Si bemolle: è il suono del buco nero della galassia Perseus A, a quasi 250 milioni di anni luce di distanza, nella costellazione di Perseo. La nota più bassa dell’universo finora scoperta – si trova 57 ottave sotto il Do centrale della tastiera del pianoforte -, tanto profonda da non essere percepita dall’orecchio umano. L’Universo non è uno spazio silenzioso. Lo dimostrano le rilevazioni della Nasa ora in grado di captare il suono degli elettroni al lavoro grazie a sonde come Van Allen o Chandra. E lo aveva anticipato Pitagora secoli fa con la sua teoria secondo cui il Sole, la Luna e i pianeti del sistema solare, per effetto dei loro movimenti di rotazione e rivoluzione, produrrebbero un suono continuo, impercettibile dall’orecchio umano, in grado di generare, nel complesso, un’armonia che influenzerebbe la vita sulla Terra.

In effetti tutte le popolazioni della Terra fin dall’antichità hanno attribuito al suono e alla musica proprietà benefiche sul corpo e sull’umore. Dagli antichi sciamani di Messico, Mongolia, Africa e Arabia alle tradizioni cabalistiche del Giudaismo e del Cristianesimo alle tradizioni spirituali del Tibet, i suoni vocali sono stati utilizzati come strumento di guarigione, per riequilibrare i chakra – i centri energetici del corpo – e per attivare particolari frequenze del cervello.

La medicina moderna ha continuato ad approfondire le potenzialità degli effetti del suono sul corpo e la mente umani. Studi scientifici hanno dimostrato che la musica è in grado di influenzare l’asse ipotalamo-ipofisario, il sistema nervoso autonomo (che governa le azioni involontarie del nostro organismo, come il movimento dei muscoli durante la digestione) e il sistema immunitario, che hanno, a loro volta, un ruolo chiave nella regolazione del metabolismo e del bilancio energetico. Stimola la produzione di endorfine, gli ormoni del “buonumore”. Ecco come si spiega il benessere mentale che arriva dall’ascolto di un brano, ad esempio.

I benefici della musicoterapia sono numerosi: dalla riduzione di ansia e stress alla motilità gastrica e intestinale all’effetto protettivo del sistema cardiovascolare. Ascoltare musica mentre si fa sport aiuta ad aumentare la velocità degli esercizi e la resistenza allo sforzo, migliorando le performance sportive; ma anche l’esecuzione dei movimenti aiutando la coordinazione e la motricità del corpo facilitando la riabilitazione neurologica dopo un ictus, in caso di disabilità o dopo gravi traumi.

La musicoterapia è utile anche per coadiuvare terapie psichiatriche per ridurre i sintomi della schizofrenia e controllare gli stati di agitazione associati alle demenze. Si notano reazioni all’ascolto di brani familiari nei pazienti con Parkinson o Alzheimer. Favorisce lo sviluppo del feto in gravidanza e nei bambini si è rivelata utile per favorire la capacità di comunicazione e apprendimento, anche in caso di autismo e dislessia. Diminuisce rabbia e tensione e aumenta la creatività.

Poteri terapeutici sono attribuiti a particolari strumenti musicali come le campane tibetane (nella foto grande a destra), simili a ciotole di metallo (quelle autentiche sono composte da una lega di 7 metalli – oro, argento, rame, piombo, ferro, mercurio e stagno – che corrispondono ai 7 corpi celesti e ai 7 chakra) che si basano sulle filosofie orientali secondo cui qualsiasi alterazione della salute fisica e mentale è dovuta a un disequilibrio energetico che si può rimettere a posto con la loro vibrazione secondo il principio di risonanza. Discorso simile per il gong e le campane di cristallo, in particolare, quelle al quarzo che hanno un’affinità particolare con il nostro corpo che si compone di molte sostanze cristalline. Un altro, meno conosciuto, è il Didjeridoo, un antico strumento a fiato ricavato da un ramo di eucaliptus dagli australiani aborigeni: con i suoni che questo strumento emette – e che hanno la capacità di influenzare il nostro stato di coscienza – si pratica uno speciale massaggio che rilassa e riequilibra spirito e corpo.

Fonte: Marika Gervasio, Il Sole 24 Ore

 

 

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