Affetta da danni al sistema nervoso, regalo della lue contratta da suo marito, il Principe di Belgioso, dalle ferite alla Repubblica Romana e delle cinque coltellate dell’attentato occorsoLe in Cappadocia, era curata dal dott. Mapeto con aconito stricnin, belladonna, chinino, datura, oppio, per lenire i dolori.

La “Princesse ruinée” (quando un tempo era stata principessa en ruine) fumava con il narghilè il tombeki.
Solanacea a volte ibridata con la datura. Nicotiana persica (Lindl.) o nicotiana alata (Link e Otto), o Shiraz tobacco.

Nomi popolari tabacco al gelsomino, tabacco alato, tambaku.
Alta da trenta a sessanta centimetri, coltivata in Iran pianta ornamentale dalla gradevole fragranza, specie notturna. Ne sono usate le foglie grandi, a cuore, appiccicose, per inalazione, masticazione, bevanda.

Eppure, nelle maldicenze gratuite che vanno oltre al pettegolezzo salottiero, non possiamo esimerci di ricordare quelle del “Gentiluomo” piemontese Camillo Benso, già noto per il modo in cui usò la cugina, Contessa di Castiglione per la sua nota avvenenza. Possibile sia stato respinto alla Corte alle Belle Italienne. A lui, Cristina chiese di dissequestrarle una partita.

Il “Signor” Conte La etichettò come drogata, facendole pagare la massima ammenda consentita. “La Principessa reclamava un pacco di Tombeky, destinato a procurarLe quell’ebrezza che i sensi non possono più offrirLe”. Nel 1861, è l’unica aristocratica non invitata al ricevimento di Vittorio Emanuele per l’Unità di Italia.

La storia non insegna: ancora oggi, leggiamo sul web: “ritorno mirabolante a Milano, tra cammelli, scimmie, schiavi turchi, fumando oppio con il narghilè, vestita da sultana”. Corrispondenze. Altervista.org.

Chissà cosa l’Autore conosce dell’esperienza plurisecolare di Popoli con scienza arcana, da quando i persiani conquistarono la Libia in Asia minore, Terra dei Magi. O anche semplicemente che i pantaloni che usa sono quelli che abbiamo copiato da un Caldeo Maestro di Pitagora.

Cristina tornò a Milano con una paresi del collo che la obbligava a tenere il capo chinato e storto. Era davvero vestita da sultana?

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