Essere umani significa capire la nostra natura profondamente, una questione esplorata fin dai tempi dell’oracolo di Delfi con il famoso detto “Conosci te stesso”.

Questo concetto è centrale nel libro “Cosa significa essere umani?” del neuroscienziato Vittorio Gallese e dello psicologo Ugo Morelli. Gli autori, attraverso una prospettiva evoluzionistica e fenomenologica e avvalendosi delle ultime scoperte neuroscientifiche e psicologico-sperimentali, ridefiniscono l’umanità focalizzandosi sulla nostra corporeità e empatia.
La loro principale argomentazione è l’importanza del corpo, dell’azione e del movimento nella costituzione del significato e della cultura. Contrariamente alla tradizione filosofica occidentale che separava mente e corpo, Gallese e Morelli sostengono che siamo esseri corporei, con la conoscenza che nasce dall’esperienza incarnata e dalla relazione con l’altro. L’identità individuale emerge quindi dal contesto sociale e relazionale.
Un punto cruciale del saggio riguarda i neuroni specchio, componenti del nostro cervello che si attivano sia quando compiamo un’azione sia quando vediamo qualcun altro compierla. Questi neuroni facilitano l’empatia, permettendoci di comprendere e condividere le emozioni altrui senza perdere la nostra individualità.
Essere umani, dunque, è un processo di costante risonanza empatica con gli altri esseri umani, le altre specie viventi e l’ambiente. La sfida contemporanea è abbracciare una visione collettiva dell’esistenza, passando dal pronunciare “Io” al dire “Noi” e agendo di conseguenza.

Alessandro Matricardi

Bibliografia
Il senso profondo del nostro Essere Umani. Anna Li Vigli- Il Sole24Ore, Domenica 19 Maggio 2024. N. 137

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