di Elsa Veniani

Teodora di Costantinopoli, Imperatrice d’Oriente, è ricordata per aver ripristinato il culto delle immagini sacre, ferocemente contrastato dal marito, l’Imperatore Teofilo, soprannominato appunto l’Iconoclasta. 

La sua storia è quindi strettamente connessa all’iconoclastia, quel movimento religioso che investì l’Impero Bizantino nel VIII secolo che combatté con forza i culti che comprendevano l’adorazione di immagini sacre, quei culti che proprio Teodora si adoperò per riportare in vita, dopo la morte del marito, appoggiando il patriarca Metodio I nella convocazione di un sinodo che, nel marzo dell’843, ribadì le conclusioni  del II Concilio di Nicea (787), condannando l’iconoclastia.

Leggere del culto delle immagini ha riportato alla memoria la mia infanzia quando, durante la giornata del 09 febbraio, in occasione della festa patronale del paese in cui vivo che celebra Santa Apollonia, era ed è tutt’ora usanza recarsi in chiesa per baciare la reliquia contenente i denti della Santa. Nonostante fossi a conoscenza della storia di questa martire cui furono strappati i denti con una tenaglia a causa della sua fede cristiana, per molto tempo non compresi il significato di quel gesto che però, accompagnata da mia mamma o dalle maestre di scuola, ripetevo come un rituale di anno in anno, finchè un giorno il nonno paterno mi spiegò che quel rito rappresentava un gesto simbolico per venerare non tanto la persona in sé, bensì le qualità che essa aveva saputo esaltare nella propria esistenza, riconoscerne i meriti, la grandezza o santità di vita. Pur di rimanere fedele al proprio credo questa donna era persino più desiderosa di subire la morte di quanto i suoi spietati persecutori non fossero pronti ad infliggerla. Rimanere coerenti con il proprio sentire e fedeli a ciò in cui si crede è un insegnamento che mi porto dentro, memore della figura di Santa Apollonia che mi ha accompagnato fin da bambina.

Ora, volendo staccarmi dall’ambito strettamente religioso, e ricondurmi alla realtà dei nostri giorni viene da chiedermi, in un mondo letteralmente invaso dalle immagini, che fine abbia fatto il senso del “divino”, il senso del bello, dove sia finita la capacità di saper trasmettere dei valori anche proprio attraverso rituali che sanno parlare all’Animo Umano. Nell’era dei Social Media le immagini hanno sostituito qualsiasi tipo di comunicazione e imperano ovunque spesso mosse dal solo bisogno di esibizionismo o forse dalla necessità di sentirsi “fisicamente presenti” in una realtà che sta divenendo sempre più solo virtuale. 

Le immagini sono veicoli di emozioni che vanno ad agire in noi in modo molto potente, soprattutto se consideriamo la quantità con cui veniamo bombardati ogni giorno. Per questo, quando scegliamo di immettere nel web qualsiasi immagine sarebbe utile chiedersi quale sia il messaggio che vogliamo donare e valutare che tipo di energia stiamo lasciando fluire nella realtà in cui viviamo. Perché il rischio è che vada completamente perso il senso dell’armonia, della cura per il bello, dell’attenzione al significato e che persino i valori, qualunque essi siano, non abbiano più ragione d’essere.

Non stupiamoci quindi se sono calciatori, influencer, youtuber, Vip più o meno famosi ad essere i miti del nostro tempo. Ora non mi aspetto certo di veder circolare quotidianamente su Facebook icone di Santi con il racconto della loro storia e delle virtù che hanno saputo esprimere, ma sarebbe meraviglioso se ognuno di noi si adoperasse per utilizzare il web come strumento per raccontare e diffondere storie di persone comuni che riescono a realizzare cose straordinarie e che per questo divengono esempi di forza, determinazione, resilienza, di espressione del bello, di manifestazione dei propri talenti ed esercizio delle proprie passioni a voler incoraggiare gli altri ad esaltare quelle qualità peculiari che ci rendono unici, al di là di ciò che la vita ci riserva.

Quale miglior occasione quindi per lasciarvi in dono la storia di Mauro Tomasi, uno di quegli incontri che l’esistenza ti riserva e che ti cambiano la vita. Storia che merita di navigare il web quale incredibile esempio delle potenzialità immense che l’Essere Umano racchiude in sé e delle quali moltissimi di noi sono del tutto inconsapevoli.

Vi lascio quindi alla lettura dell’intervista che Mauro mi ha gentilmente concesso.

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