Navi e barche sono state gli oggetti più complessi prodotti dall’umanità, mezzi di trasporto robusti e delicati a un tempo, che dischiudevano la libertà del mare al prezzo di una rigorosissima disciplina costruttiva e di condotta, individuale come collettiva. Platone considerava l’intelletto come il nocchiero dell’anima.

La Nave di Teseo, sopravvive al ricambio incessante dei sui pezzi.

La Nave di Neurath, non solo subisce il ricambio dei pezzi, ma lo fa in navigazione.

Endeavour: impresa, saggio, sforzo, tentativo, caratterizza un’epoca intera.

La Endeavour, varata nel 1764, come Earl of Pembroke, per il trasporto di carbone sulle costello dello Yorkshire, viene acquistata dall’Ammiragliato nel 1768 su consiglio di Cook, cui era stata affidata la spedizione di Joseph Banks a Tahiti per osservare il transito di Venere il 13 luglio 1769, e ribattezzata Endeavour.

Ingranaggio dell’economia inglese, strumento delle sue ambizioni coloniali cui verrà in seguito sacrificata, l’Endeavour rimarrà per sempre legata alla spedizione di Cook e Banks, che ne fecero la prima nave oceanografica: “Navigando lungo l’Atlantico era diventata una sonda scientifica. Le reti solcavano le acque, raccogliendo il contenuto dell’oceano, portando nella nave dove poteva essere sottoposto al rigore di Linneo e sintetizzate a beneficio della scienza in quaderni e riviste.

Il fattore umano e il fattore ambientale si incontrano nella navigazione.

Il mare, l’aria e la nave cercano solo un punto di equilibrio. La nave trasforma, navigare significa aprire le porte della percezione.

Il profumo della struttura. Il momento precedente, il momento presente, il prossimo, tracciano uno schema intuitivo dentro il navigatore, un ritmo utilizzabile. Senso propriocettivo che include la nave stessa.  

Alla fine, la conoscenza della nave si rispecchia nella conoscenza di se stessi. La nave può mettere in gioco qualità fuori dalla norma… va a scovare il massimo in chi ne fa uso, e può dargli in cambio un duraturo rispetto di sé. Può far emergere un insospettabile lato migliore, o rivelare il peggiore.

“Non c’è nulla in natura, nulla di così assolutamente ammaliante e in grado di riempirci il cuore, come una nave ben manovrata che naviga in un giorno di tempesta” (John Ruskin).

La fine di una storia individuale, in alcuni casi, è anche la fine di un’epoca.

(IlSole24Ore, 1 Marzo 2020)

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