Creso (frumento duro, Triticum durum) ottenuto dall’ibridazione CIMMYT, da un incrocio di grani duri e teneri da linea mutata  CpB144 indotta negli anni ’70    con raggi gamma e neutroni della stessa varietà di Senatore Cappellli ottenuta da Strampelli, e una linea del Centro Nacional de Mejoramento Maize e  Trigo….ci “regala” un grano con fusto molto più basso (75/90 cm da 1.70 mt) con minor rischi di allettamento ..

L’inizio dell’uso intensivo della concimazione chimica, per aumentare la produzione, rendeva più fragile il fusto. Ma….meno alto, meno competitivo alle infestanti ovvero più erbicidi e pesticidi.

Ottenuto da Alessandro Bozzini e Carlo Mosconi all’interno del gruppo di genetisti del Centro della Casaccia del CNEN, ora ENEA (Bagnara, D’Amato, Rossi, Scarascia Mugnozza). Iscritto al registro delle varietà nel 1974 è la cultivar che rappresenta il 10% della produzione italiana di frumento duro (soprattutto nel Centro-Nord ,dove ha parzialmente sostituito il grano tenero ) grazie alla sua tardività che  permette di esprimere appieno le sue potenzialità produttive (fino a 10 tonnellate per ettaro in condizioni particolari).
L’azione mutagenica dei raggi x era stata scoperta negli anni 1927 e 1928 :i genetisti avevano studiato l’effetto mutagenico di agenti fisici e chimici, su  piante superiori (D. Bagnara, Genetica Agraria,1971).  Nel Centro Ricerche della Casaccia, dal 1958 ,si erano sviluppati studi  sugli effetti delle radiazioni sulle piante a livello morfologico ,cromosomico, genetico , biochimico: nel  grano duro , alta frequenza di mutazioni clorofilliane dopo trattamento con neutroni e con EMS (Etil-metil-sulfonato) e  neutroni veloci e termici a seconda delle varietà utilizzate.

Il trattamento all’intera pianta veniva eseguito nel Campo gamma,area circolare,  protetta , con al centro una sorgente di Cobalto 60 interrata. Per effettuare gli irraggiamenti la sorgente veniva alzata e le radiazioni si diffondevano orizzontalmente su tutto il campo  nel quale erano collocate le  piante da irraggiare.
Negli anni 1965-70 il fabbisogno annuo di grano duro nei Paesi della CEE , era di 40 milioni di quintali. Il 50% era rappresentato dalla produzione interna, il 30% importato da Canada, USA e Argentina, il 20% costituito da frumento tenero. La produzione italiana era di 17 milioni di quintali, con una produttività media di 12 quintali per ettaro. Le previsioni  per il 1975,indicavano  un fabbisogno per la CEE di 50 milioni di quintali. Il prezzo del grano duro pagato all’agricoltore era di 10.000 lire al quintale (lire 6.900 + lire 2172 di integrazione) ,7.000 lire al quintale del grano tenero.
Con la mutagenesi fu possibile selezionare  mutanti a taglia bassa ,alcuni  iscritti nel Registro Nazionale delle Varietà:

Castelfusano e Castelporziano, entrambi selezionati tra i mutanti del Cappelli,  nel 1969,rappresentano le prime varietà di grano duro a taglia  ridotta ad essere coltivati, resistenti all’allettamento e suscettibili di  concimazioni azotate.

Tra le nuove linee selezionate, la linea FB55, resistente alle malattie e alle ruggini fu iscritta con il nome Creso .Elevata produttività in campo e  buona qualità di pastificazione. Iscritta nel 1974 nel Registro Nazionale delle varietà di grano duro,  diventò la varietà più coltivata in Italia (nel 1982 rappresentava il 60% della semente di grano duro certificata) facendo raddoppiare la produzione italiana di grano duro a parità di superficie.

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