Resa più bassa (un quarto dei 50 quintali per ettaro di quelli “moderni”), poco adatti alle coltivazioni intensive con processi meccanici.

Tumminia, Saragolla (Cilento), Senatore Cappelli, Russello, Bidì ,Biacolilla, Maiorca , Persiasacchi, Risciola (Sud Italia), Gentilrosso (appennino centrosettentrionale)e ,dalla maremma, Verna con  Inalettabile, Sieve, Etrusco, Faro monococco ,(ri) scoperti dagli Italiani.

I grani “antichi”,ma a volte non troppo e figli più del Mediterraneo che della Penisola.

La Senatore Cappelli è stata ottenuta ,nella prima metà del ‘900, dal genetista agrario Nazareno Strimpelli, migliorando la qualità Rieti , a sua volta originario della varietà Jeahn/Rieti  di origine tunisina (Dario Bressanini).

Grano, frutto di un processo di selezione genetica di 8 mila anni.

L’inizio della storia, 7 mila anni fa nasce da un incontro “casuale” tra il genoma del farro e una graminacea : erba delle capre (Aegilops) nella mezzaluna fertile.

La quantità del glutine è sovrapponibile, ma il glutine dei grani “moderni” è meno elastico e meno tenace.

Sarebbero risorse fondamentali per la biodiversità e le aree impervie   e la filiere corta.

Cinquantadue le varietà nella sola Sicilia,delle 291 presenti in Italia nel 1927.

Dieci milioni prodotti da una sola qualità.

https://it.wikipedia.org/wiki/Grani_duri_antichi_siciliani

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