L’interesse per le cucine etniche scoppia d’estate. La Coreana soppianta la Cinese e a sua volta la Giapponese vince di brutto. Poi basta una generosa scorta di peperoncini e riprende la gara tra quella Indiana e la Messicana. Poi avanti all’infinito tra Tailandia, Marocco, cucina Greca, Turca…Grandi Stati, Continenti, strade della Seta, sentieri solcati da voraci gourmet.

Tutto è splendidamente interessante per il nostro gusto. E gli aromi sono spesso stupendi!

E se guardassimo nel mondo delle piccole Creature? C’è da preoccuparsi anche di loro? Beh, certo. Anche loro collaborano alla nostra vita. Pensiamo al nostro microbiota quanto sia prezioso per il nostro benessere. Bene tutto: e le api?

Anche loro, nel loro piccolo…rimediano alla monotonia della loro dieta quotidiana con ciò che il mondo che le circonda può donare in quel momento. E non pensiate che il loro mondo sia piccolo: 700 ettari è la superficie d’azione se si calcola per difetto. Fiori minuscoli e poco sgargianti che si aprono alle prime luci, afidi letargiche sugli abeti che secernono dolce linfa, gemme apicali generosamente stillanti liquidi protettivi. Non mancano ai loro occhi compositi e in particolare ai loro sensi olfattivi (riescono a riconoscere gli aminoacidi con una velocità simile alla nostra vista!) le doti di raffinate food-finder. Basta guardare come è vario il loro raccolto di polline e nettare: anche in una monocoltura riescono a trovare qualcosa di diverso e, forse per loro, necessario.

Il polline è quanto di più istruttivo. Questo ingrediente vitale del mondo vegetale è un assaggio della ricerca che l’ape esegue per variare la sua dieta. Esce dalla sua arnia come un proiettile già alle prime luci dell’alba (come se l’elettricità dell’aurora risvegliasse tutto l’alveare) e sembra ben sapere dove dirigersi. Le ricerche neurofisiologiche di questo insetto (1) lo descrivono ben dotato di memoria sebbene, sulle prime, il numero di neuroni possa apparire modestissimo. Con una vista notevolmente sensibile dal verde-blu all’ultravioletto (2) e guidato da un acuto sistema di ocelli (3), riesce ad orientarsi nel cielo quasi ancora stellato: impressionante. Poi la carica elettrostatica della sua corazza di cheratina incomincia ad agire; la flora debolmente negativa e la carica positiva del suo corpo iniziano ad intessere una guida elettrostatica interessante (4). Fino al primo calice floreale. Poi ci si intrufolerà, intenzionata a suggere un poco di nettare del fondo e con il suo movimento e la sua carica elettrica “raccatterà” il polline dalle antere; dove ciò non è possibile perché il fiore è refrattario alla donazione, la microfotografia ha mostrato che vibrazioni del corpo dell’insetto (il bombo in particolare per questa ricerca- 5) permettono l’esplosione degli stami e la dispersione del polline. Ed è un fenomeno importante visto che i pomodori e le Solanacee in generale hanno questa tendenza. Un vero e proprio fenomeno di sonicazione biologica. I granuli pollinici verranno attirati sui microscopici peli dell’ape e poi spazzolati realmente, umettati dalla saliva dell’insetto per poterli raccogliere insieme e farne una piccola pallina, alloggiandola in un apposita conca delle zampe. Che fatica!   Tornare alla famiglia nella propria arnia, è ancora una seconda impresa.

Così, generosamente, le ringraziamo quando la mattina, a colazione, gustiamo un cucchiaio di polline fresco mescolato nel nostro yogurt o kefir a cui dona una un colore solare, oppure mescolato al miele. Inizia di là un vero rimedio alimentare allo squilibrio che la vita moderna ci “regala” quotidianamente. Uno zafferano più economico, con la inferiore tossicità del Crocus sativus.

Nel cucchiaio di polline che troviamo?  Piccole palline colorate: gialle, celesti, rosse, bianche. Un sentore di frutta secca e fieno e poi in bocca si sciolgono dolcemente, svelando il nettare che aveva tenuto insieme migliaia di granuli pollinici. Sapori nuovi in certi casi. Nasi intrufolati nei fiori, come da bambini! Forse basterebbero queste sensazioni a ricordare memorie perse. E lì dentro una vera miniera di sostanze di prim’ordine.

Sali minerali floreali: potassio, prima di tutto, vero dono del mondo vegetale; poi fosforo calcio, magnesio, zinco, manganese, silicio, ferro, rame. In forma biodisponibile perché sono i propulsori della fecondità con glucosio e fruttosio, polifenoli e vitamine, aminoacidi e steroli! Un’orchestra in grado di avviare una sinfonia complessa come quella della fecondazione dei fiori (6,7). Tra l’altro le attuali condizioni nutrizionali mostrano un trend negativo di zinco e silicio quasi costante nei prodotti raffinati. Un vero e proprio prodotto nutraceutico o meglio “nutra-naturale”, considerato che la farmacia è la natura.

Di qui ne discendono la possibilità nutrizionali (8,9): miglioramento della circolazione del sangue, della funzionalità epatica, coadiuvante nella riduzione delle allergie e nell’asma, aumento della funzionalità intestinale, aumento della resistenza agli stress e alla fatica. Un toccasana per gli sportivi. Ricordiamo anche la capacità antinfiammatoria del polline che può contribuire nella prostatite benigna (10).

Ricordiamo che il polline ha tra gli altri componenti Acidi Grassi Polinsaturi (PUFA) noti come omega-3 e omega-6 (11), utili anche per l’attività mentale; nuove ricerche (12) lo indicano come un fattore utile nelle ustioni per le sue doti rigeneranti. D’altra parte l’industria alimentare lo ha scoperto conveniente nella panificazione (contiene tra i vari enzimi la fitasi) e la conservazione degli insaccati (proprietà antiossidanti e antimicrobiche, vedi 13, 14)

E se poi scopriamo, come indicano le ricerche di apiterapia della Mateescu (15), che il pane d’api, altro prodotto apistico, caratterizzato dalla fermentazione del polline con miele, ha mediamente triplicate le capacità biologiche del polline? Correremo a cercarlo subito!

A cura del dr. Aristide Colonna, medico chirurgo, presidente dell’Associazione Italiana Apiterapia e
del dr. Pietro Paolo Milella, biologo, naturopata, consulente di apiterapia.

 

  • Menzel R., Eckoldt M. “L’Intelligenza delle Api” Ed. Cortina 2017
  • Barron A. B. et AA. “Different Roles for Honey Bee Mushroom Bodies and Central Complex in Visual Learning of Colored Lights in an Aversive Conditioning Assay” Front. Behav. Neurosci.2017
  • Baird E. et AA.“The Dual Function of Orchid Bee Ocelli as Revealed by X-Ray Microtomography” Current Biology Report 2016
  • Youtube : https://www.youtube.com/watch?v=CB07Loj3K4Q
  • https://www.nytimes.com/video/science/100000004626400/sciencetake-the-mystery-of-a-bees-buzz.html?smid=pl-share
  • Contessi A.”Le Api” Edagricole 2016
  • Metalori A. “Guida pratica alla produzione del Poliine in Italia-Sez. Nutrizione di Colonna A. “ Ed. Montaonda 2017
  • Ricciardelli D’Albore G. “Il Polline in Apiterapia” Speciali di Apitalia 10/2016
  • Colonna A. “Il Polline: un regalo delle Api per il benessere dell’Uomo” Apinsieme 7-8/2016
  • Wu DY, Lou YJ “A steroid fraction of chloroform extract from beepollen of Brassica campestris induces apoptosis in human prostate cancer PC-3 cells”  Res. 2007
  • Sharoni S. et AA. “Omega-3 deficiency impairs honey bee learning” PNAS 2015
  • Komosinska-Vassev K. et AA. “Bee Pollen as a Promising Agent in the Burns Wounds Treatments” Evidence-Based Complementary and Altern. Med. 2016
  • Stricik M. et AA. “Antioxidantand antimicrobial properties of monofloral bee pollen”. Environ.Sci. Health 2013
  • Zhang Y. et AA. “Antioxidant Enzyme Activities and Lipid Oxidation in Rape (Brassica campestrisL.) Bee Pollen added to Salami during Processing” Molecules 2016
  • Mateescu C. “Apiterapia” Ed. MIR