Esiste un collegamento profondo, anzi in realtà una relazione simbiotica, tra formazione pre-politica alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa, ed educazione ad una partecipata cittadinanza , in grado di valutare e discernere quale sia la scala dei valori e le priorità operative, che la politica (intesa come progettazione programmatica) decide di mettere in atto all’interno delle società e delle comunità. Siano esse locali, nazionali e ovviamente globali.
Il “Principio Personalista” è il primo degli assi portanti della DSC (Dottrina Sociale della Chiesa) e anche quello fondativo di tutta la prospettiva antropologica, anzi meglio teologico-antropologica, che definisce costitutivamente la persona umana.
Esso evidenzia la natura radicalmente relazionale dell’essere umano che come sappiamo, lo definisce e lo determina, proprio nel senso dell’identificazione del “Se”. Questa struttura relazionale :
- Me stesso
- L’altro da me
- Il Mondo
è esattamente il tessuto connettivo in cui l’essere umano assorbe comprende ed elabora, nei primi anni della sua vita, all’interno della famiglia fondata sulla relazione sessuata tra un uomo e una donna, quell’ “Io-Noi” , quel realizzarsi pienamente nel bene di un altro, che sarà l’oggetto sempre vivo e mai pienamente raggiunto, di una ricerca di senso (ovvero di felice e piena realizzazione) che durerà tutta la sua vita.
Proprio questa narrazione storica personale e comunitaria (processo necessario all’autoconoscenza), scritta sulle pagine bianche dell’infanzia e della prima giovinezza, con la grammatica dell’altro, del sacrificio, di un bene superiore a se, porta poi ogni singolo individuo ad entrare nella dimensione di cittadino responsabile in grado di apprendere ed elaborare il “Bene Comune”. L’altra direttrice fondamentale della DSC e pietra angolare di ogni architettura politica ovunque fondata.
Ecco dunque che la formazione alla Politica (non a caso questa volta scritta in maiuscolo) assume la sua vera valenza e tutto il portato di senso che deve avere, nella prospettiva di massimo sviluppo e alta realizzazione dell’educazione a prendersi cura di se stessi – dell’altro – del mondo.
Un cura che può e deve essere portata avanti dalle grandi energie e dalle grandi passioni tipiche dei ragazzi e dei giovani uomini. Sono infatti le prossime generazioni (diceva un grande statista) e il “Principio di Responsabilità” che ci lega a loro, il primo criterio di valutazione nella realizzazione di un mondo multi-sistemico (geo-politica/integrazione – diritto – biotecnologie – tecnologie dell’informazione – economia – società – ecologia – cultura – ecc.) che domani sia realmente sostenibile.