In questi giorni, dal 3 al 5 luglio, negli spazi della “Falconiera” nella sede dei “Volontari di Capitano Ultimo” in via Tenuta della Mistica a Roma, si sta volgendo un evento popolare di grande spessore sociale. Una testimonianza forte, di uomini e donne veri, che con il sorriso sulle labbra hanno scelto di condividere “la croce degli ultimi”, per soccorrerli ed aiutarli e per ricostruire insieme a loro, una società migliore e più forte.
In un mondo finto, in cui le notizie si costruiscono sul superfluo e si colorano sempre più delle tinte fosche del “malaffare”, è molto confortante respirare l’aria corroborante che pervade il parco della Casa Famiglia di Capitano Ultimo. Un’aria filtrata dai polmoni di ragazzi, ragazze, uomini e donne, che definirei senza alcun dubbio i “Cavalieri di Sorella Giustizia”.

L’evento in questione è stato chiamato Falcolandia, la terra dei falchi, perché è proprio da questi ultimi che prende ispirazione. Di fatto, questi particolari rapaci coraggiosi ed aggressivi, nelle mani sapienti degli amorevoli educatori del posto, diventano sensibili ed utilissimi terapeuti per i tanti giovani provati dalla vita che, per un magnifico miracolo, diventano anch’essi falconieri: allevatori di falchi e di se stessi. Non a caso, Falcolandia 2015, è stata dedicata ad un personaggio speciale, Angelo D’Arrigo, deltaplanista e ricercatore italiano di fama internazionale, conosciuto come l’uomo che volava con le aquile. All’evento di apertura, Angelo D’Arrigo è stato amorevolmente ricordato dalla sorelle Giusy ed Alda D’Arrigo, e dal noto attore Raoul Bova, collaboratore appassionato di Capitano Ultimo e anche riuscito interprete della miniserie  televisiva: Ultimo, liberamente ispirata all’opera letteraria di Maurizio Torrealta, “Comandante Ultimo – L’uomo che arrestò Toto’ Riina”.  Ma di Angelo parleremo a fondo nel prossimo articolo, dedicato ai grandi testimoni del nostro tempo. Giusy D’Arrigo, artista di livello internazionale, in occasione dell’arrivo al centro della prima aquila reale, ha deciso di donare all’Associazione una sua opera particolare della serie “Metamorfosi”, l’Ala, realizzata dopo la drammatica morte per un incidente di volo del fratello Angelo.

Ala

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Nella sede dell’Associazione Volontari Capitano Ultimo ci sono ancora molte cose da scoprire. C’è una Casa aperta a chi ha bisogno di ritrovare una famiglia in cui vivere, senza distinzione di razza e religione. C’è “Il Mendicante”, un ristorante per i poveri, una cucina solidale  che funziona grazie all’ impegno di volontari appassionati, che ospita percorsi di formazione a favore di detenuti minorenni, ragazzi di case famiglia e persone con disagio sociale e fisico. E poi, nell’antico fontanile, c’è la pizzeria dove  si può assaporare un’ottima pizza lavorata con lievito madre e verdure a km. 0, un prodotto speciale e di alta qualità, realizzato sempre dai volontari pizzaioli dove collaborano anche i ragazzi ospiti del centro, i cui proventi contribuiscono alla sopravvivenza di persone emarginate. Con lo stesso scopo è stato realizzato anche un panificio in cui si produce il “pane del mendicante”, un pane povero fatto con lievito madre e farina intergrale e, naturalmente, cotto al legna.

Infine, a chiudere il tour virtuale di questo luogo particolare, intriso di carità e spiritualità, non poteva mancare la chiesa. Una chiesa povera, fatta di umiltà e di semplicità, sull’esempio luminoso di Francesco di Assisi, accanto ai poveri e agli ultimi, lontano dalla ricchezza, dal potere e da sterili rituali. Una chiesa viva, fatta di lavoro, di amicizia e di solidarietà. Il luogo ideale in cui costruire una preghiera di strada, fatta di  processioni e di azione Cristiana, in cui ci si tiene per mano e si dona il Pane ai viandanti, senza chiedere chi sono e senza pretendere nulla in cambio.

Ma chi c’è dietro tutto questo? Un uomo semplice, un guerriero armato di solo amore per il prossimo, un carabiniere, il colonnello Sergio De Caprio, nome di battaglia: Ultimo.
Non vi stupite se questo nome non vi dice nulla, vuol dire che appartenete alla società odierna che porta alla ribalta solo i nuovi miti, i vincitori di XFactor, Masterchef o Top of the Pops. Oppure i superpagati campioni del calciomercato e delle loro miss-consorti. Non è colpa vostra ma di quello che i media odierni fanno vedere: I miti d’argilla.
Invece, per Capitano Ultimo, bisogna tirare giù dal soppalco della nostra memoria sociale, un sostantivo purtroppo obsoleto, eròe, perché di questo si tratta.

Quelli della mia età, cresciuti in un periodo storico abitato da persone come Martin Luther King Jr., Nelson Mandela, Madre Teresa di Calcutta e tanti altri, è naturale comprendere ed apprezzare l’opera svolta da “eròi nostrani” come Falcone, Borsellino, Di Liegro, Pino Puglisi e Tonino Bello. E quelli in prima linea oggi, come don Patriciello, il prete della Terra dei fuochi” e Capitano Ultimo. Allora, per le nuove generazioni bombardate dall’era della superconnessione, dagli smartphone e gli iPad, è un dovere fare breccia con una controinformazione capace di presentare i testimoni sani della nostra società, affinché ne prendano esempio per la loro vita e per il bene del mondo in cui vivono.

Chi è questo Capitano Ultimo, che da alcuni anni combatte solo per gli Ultimi?
“Capitano Ultimo” è il nome di battaglia di Sergio De Caprio, un Colonnello dei Carabinieri noto per essere l’Ufficiale che mise materialmente le manette, il 15 gennaio 1993, a Salvatore Riina.
In realtà, l’arresto del capo di Cosa Nostra non è che la più eclatante di una lunga serie di azioni portate a compimento da Ultimo conto la criminalità organizzata.
Ex allievo della Scuola militare “Nunziatella” di Napoli, completa la sua formazione presso l’Accademia militare di Modena e la Scuola Ufficiali di Roma.
Dopo la scuola chiede di essere mandato in Sicilia, dove presta servizio per due anni come Comandante della Compagnia di Bagheria. Quì nel 1985, a soli 24 anni, arresta i latitanti Vincenzo Puccio della famiglia mafiosa del quartiere Ciaculli – Croceverde Giardino di Palermo, responsabile dell’uccisione del Capitano Basile, e Antonino Gargano, braccio destro di Bernardo Provenzano. L’anno successivo individua il rifugio dei superlatitanti Francesco e Giuseppe Madonia, anche loro responsabili dell’uccisione del Capitano Basile.  Altro arresto importante è quello del latitante Maurizio Puleo, ricercato per l’omicidio del Commissario di Polizia Giuseppe Montanta.

Capitano Ultimo

Capitano Ultimo

Quella di Bagheria è un’esperienza per lui molto importante, anche per mettere a punto una strategia investigativa tutta sua, che lo caratterizza e lo porta ai numerosi successi investigativi ottenuti negli anni.
Dopo Bagheria viene trasferito a Milano, nel ROS – Raggruppamento Operativo Speciale, dove continua la sua azione contro la criminalità organizzata e dove, tra l’altro, arriverà a documentare le infiltrazioni mafiose nel Comune di Milano (1988/89 – amministrazione Pillitteri).
È qui che fonda l’unità CRIMOR – Unità Militare Combattente, scegliendo, per formare la sua squadra, un gruppo di Carabinieri considerati ribelli e solitamente relegati per punizione ad incarichi di non elevato profilo. Con la sua squadra perfeziona ed adotta la sua tecnica investigativa messa a punto a Bagheria (la stessa strategia che ancora oggi è alla base della sua attività investigativa) ed effettua una serie di operazioni ed arresti importanti, come l’operazione “Piña Colada” contro la famiglia mafiosa dei fratelli Fidanzati, e l’arresto dei due latitanti mafiosi Antonino Zacco e Gaetano la Rosa, quest’ultimo responsabile dell’omicidio di tre Carabinieri a Torino.  E’ il periodo della “Duomo connection”, la maxi operazione condotta tra il 1988 e il 1990 dal PM Ilda Boccassini sulla penetrazione mafiosa a Milano e sul traffico internazionale di droga della famiglia mafiosa di Gaetano Carollo. E’ in questa occasione che fa la conoscenza di Giovanni Falcone, con cui nasce un rapporto di amicizia, grande stima reciproca, condivisione di strategie e collaborazione. E’ proprio la morte del grande magistrato che fa tornare Ultimo e la sua squadra a Palermo, per scovare e catturare il mandante della strage di Capaci, durante la quale venne appunto ucciso Falcone, la moglie e la sua scorta. Il mandante, nella persona di Totò Riina, viene da Ultimo rintracciato ed arrestato dopo circa sei mesi di indagini.
Dopo Riina, Ultimo posticipa l’avanzamento di grado per rimanere ancora un po’ in Sicilia e catturare la famiglia mafiosa Ganci, del quartiere Noce di Palermo. Rimane a Palermo anche nel 1994, per contribuire alla cattura del superlatitante Domenico Farinella, della famiglia mafiosa di Sanmauro – Castelverde. Torna poi a Milano, per condurre l’operazione “Luna”, che lo porta a disarticolare un traffico internazionale di droga diretto da un capo ‘ndrangheta della famiglia Mazzaferro di Marina di Gioiosa Ionica.
Nel 2000 sviluppa l’attività di ricerca del latitante Bernardo Provenzano ed acquisisce le prove che consentiranno l’arresto di numerosi fiancheggiatori e del Boss corleonese Tommaso Cannella.
A causa di un disaccordo col vertice del ROS relativo all’impiego di personale provvisorio nelle attività di indagine, cosa che di fatto rendeva impossibile la profonda formazione dei componenti della sua squadra e la continuità necessarie per operazioni così delicate, chiede il trasferimento in altro reparto. Passa quindi al NOE – Nucleo Operativo Ecologico, dove attualmente riveste il ruolo di vicecomandante e contribuisce ad ostacolare nell’unico modo che conosce, combattendo, le ecomafie e tutta l’illegalità che ruota intorno al “sistema ambiente”.

Questo articolo è solo il primo di una lunga serie, perché il lavoro di Ultimo merita di essere seguito e per farlo ci dobbiamo attrezzare, perché uno come lui vola alto, come le aquile.

Bibliografia

Ultimo, “L’azione. Tecnica di lotta anticrimine”, Laurus Robuffo, 2002
Ultimo, “La lotta anticrimine. Intelligence e azione”, Laurus Robuffo, 2006, ISBN 88-8087-521-3
Maurizio Torrealta, “Ultimo – Il capitano che arrestò Totò Riina”, Feltrinelli, 2001, ISBN 978-88-07-81548-5
Ernesto Oliva e Salvo Palazzolo, “L’altra mafia: biografia di Bernardo Provenzano”, Rubbettino Editore S.r.l., 2001, ISBN 978-88-498-0107-1, pagg. 127/155/157

Filmografia

In queste miniserie Ultimo è impersonato da Raoul Bova:

Ultimo (miniserie televisiva)
Ultimo – La sfida
Ultimo – L’infiltrato
Ultimo – L’occhio del falco

Voci correlate

Arma dei Carabinieri
Arresto di Salvatore Riina
CRIMOR – Unità Militare Combattente
Raggruppamento Operativo Speciale

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