Un maestro in sella a una vecchia bicicletta raggiunge centinaia di  bambini delle baraccopoli indiane.

wr01_bigAditya Kumar, per offrire un’istruzione ai tanti bambini poveri dell’India,  percorre ogni giorno oltre 60 chilometri. Aditya è diplomato in scienze e ha dedicato la vita all’insegnamento nelle baraccopoli di Lucknow, la capitale dello Stato di Uttar Pradesh, una città tentacolare nel nord dell’India con circa due milioni e mezzo di abitanti. Tiene gratuitamente le sue lezioni in tutta la città. Parcheggia il suo mezzo di locomozione e organizza una classe all’aperto dove c’è bisogno di lui. “Questi bambini non sanno cosa sia una scuola e prima di incontrarmi non avevano motivo per entrare in una classe” racconta l’insegnante durante una pausa delle sue lezioni, indicando un gruppo di allievi che lo seguono con attenzione.

In India, la legge sul diritto all’istruzione è stata approvata nel 2009 e garantisce la scolarizzazione per i bambini dai sei ai quattordici anni. Ma le scuole sono spesso sovraffollate o inaccessibili e la qualità dell’insegnamento a volte è così scarsa che  i bambini smettono presto di frequentarle. Un altro motivo dell’abbandono scolastico è la povertà. I bambini devono andare a lavorare per aiutare a mantenere le famiglie.

In India si registra il più alto numero di bambini lavoratori al mondo. Aditya, che non conosce la propria età ma crede di avere circa quarant’anni, porta avanti la sua scuola itinerante da quando ne aveva venti; senza avere un libro di testo come riferimento, ma portando avanti un metodo di insegnamento molto concreto: quello della strada.

La maggior parte dei suoi allievi ha meno di dieci anni. Ai ragazzi insegna l’inglese e la matematica con l’obiettivo di portarli a un livello di conoscenza con il quale possano iniziare a frequentare la scuola normale. “So bene quanto possa essere dura la vita se non si ha un’istruzione” dice Aditya.

Suo padre, un povero operaio, voleva che i figli avessero un lavoro retribuito non appena possibile e Aditya ha dovuto lottare per andare a scuola. Alla fine è riuscito a trovare un posto in un istituto gestito dal governo, ma è scappato di casa quando era adolescente perché i genitori volevano che smettesse di studiare e iniziasse a guadagnare. Per un po’ di tempo ha vissuto per strada, prima di incontrare un insegnante che ha capito le sue ambizioni e lo ha aiutato a diplomarsi in scienze. In cambio Aditya lo ha aiutato nell’insegnamento. È così che ha compreso che quella sarebbe stata la sua strada: aiutare i bambini di strada attraverso l’istruzione.

Aditya-KumarAditya non ha l’abilitazione all’insegnamento e dice di non aver mai avuto l’ambizione di diventare un vero e proprio maestro di scuola. Con le sue classi itineranti riesce a raggiungere circa 200 bambini al giorno.

Ogni giorno si sposta da un luogo all’altro. I bambini, lo aspettano. “Alle lezioni – dice – incontro spesso anche adulti, che sono molto attenti”.

Per il governo di Nuova Delhi, circa il 97 per cento dei bambini in età scolare segue un corso di studi, ma la cifra reale sembra essere di gran lunga inferiore. Secondo un’indagine annuale svolta tra i bambini delle scuole nelle zone rurali, molti non riescono nemmeno ad apprendere le nozioni basilari. Si legge in questa indagine che ha coinvolto più di 570 mila studenti, che solo un quarto dei bambini di circa otto anni riesce a leggere un libro di testo scritto per bambini di sette anni di età. Secondo il centro studi indiano Pratham, in India la situazione della lettura base continua a essere estremamente sconfortante.

L’impegno di Aditya è molto apprezzato dai suo colleghi. L’insegnante Roop Rekha Verma ha definito il suo lavoro “ammirevole”. E l’ex vice-rettore dell’Università di Lucknow delle sue lezioni di strada ha detto: “È un modo per avvicinare i bambini alla lettura e permettere loro di diventare un giorno fruitori di giornali e libri”.

Per guadagnarsi da vivere, di tanto in tanto Aditya dà lezioni private. Di solito però vive di donazioni e dorme per strada, come molti dei suoi allievi. Quando i creatori di un soft drink hanno deciso di premiarlo con un riconoscimento per il suo lavoro l’hanno dovuto inviare a un amico perché Aditya  non ha un indirizzo fisso. “Sono abituato a vivere così e ormai ho imparato l’arte di sopravvivere”.

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