Sono in grado di degradare fino all’85% degli inquinanti organici , compresi idrocarburi aromatici gravati di alta  tossicità.

“Rizosfera” è il termine che  identifica il microambiente  creato dalle piante:le radici rilasciano nel suolo  composti organici. Gli essudati radicali  rappresentano fino al 20 % dei composti prodotti dalla piata attraverso la fotosintesi. Sono fonte di nutrimento e di segnali per i microorganismi (principalmente batteri e funghi) che si affollano intorno alla radice in quantità da dieci a cento volte superiori rispetto al suolo circostante.

Spessa pochi millimetri, si estende per tutta la lunghezza dell’apparato radicale e ,in una pianta, può raggiungere i 71.000 metri e ospitare:
“fitostimolatori” che stimolano la produttività vegetale,
“biofertilizzatori”  che migliorano la fertilità del terreno,
“biopesticidi” che rappresentano un’alternativa all’uso di pesticidi chimici, proteggendo le piante dagli attacchi patogeni.

I funghi  sono  efficienti spazzini biologici. Riducono la concentrazione di idrocarburi monocromatici (benzene, toluene, etilbenzene, xilene) nel suolo ,in misura variabile tra il 60 e il 100 per cento, nell’arco di due sole settimane.

Sono tra le prime forme viventi , più antichi del Ginkgo Biloba; ne sono state rinvenute tracce in un giacimento di torba  nei pressi di Rhynie,  in Scozia, con sedimenti  di  350 milioni di anni fa. Una palude  in cui si è perfettamente conservata una flora fossile :l’Aglaophyton, pianta pseudovascolare  con cellule di conduzione simili ai muschi senza foglie e radici e l’Horneophyton, pianta vascolare con sporangi ramificati, biforcati  contengono funghi microscopici del gruppo dei chitridi (dal greco chytridion: piccola pentola).  Sono saprofiti. In Veneto, nel  giacimento del torrente Chiavon  è stato ritrovato il primo esemplare di Agaricus fossile.

Coevi dei muschi che conquistarono l’ambiente terrestre 450 milioni di anni fa, dell’Equiseto, tra le prime piante arboree e le prime foreste di felci e licopodi, delle bellissime Araucarie del Giurassico.
Poi, storia recente, la Magnolia 135 milioni di anni fa e l’Amborella Trichopoda l’anello mancante nel passaggio dalle Gimnosperme (piante con semi) alle Angiosperme (piante da fiore),cespuglio, della Nuova Caledonia, che  fornisce la chiave per risolvere l’enigma biologico: l’origine delle piante da fiore tra Giurassico e Cretaceo, quando i dinosauri dominavano le terre emerse.

L’ambra, resina fossilizzata di alberi oggi estinti , colando dai fusti , inglobava  quello che incontrava nella sua discesa verso il basso( insetti, muschi, foglie e fiori), e oggi conserva, come in una biblioteca, rarissimi funghi e la loro storia.

Funghi  come Aspergillus, Cunninghamella e il PENICILLUM ancora una volta dal loro scrigno verranno in soccorso delle nuove generazioni che dal concepimento,nelle Terre dei Fuochi presentano nel DNA maschile danni legati all’inquinamento ambientale, consentendo forse di salvarci da noi stessi.

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