Articolo di Luchina Branciani 

Donne della speranza: l’universalismo di Maria di Magdala (santa Maria Maddalena)

Poche sono le donne storiche che al pari di Maria Maddalena recano nella loro figura una così straordinaria complessità di elementi, connessi tanto alla vicenda terrena quanto alla secolare storia del culto.

Una figura di donna di duemila anni fa circa, che, reca con sé un immenso tesoro di conoscenza e di fede e manifesta aspetti ancora da riportare in piena luce: anche a ragione delle vicende per molti versi da indagare sulle prime comunità cristiane e in considerazione della realtà culturale di un’epoca storica in cui di certo la figura e la testimonianza della donna erano oltremodo ostacolate: anche di quest’aspetto – legato anche alla conoscenza di fonti scritte di ambiente copto come i Vangeli gnostici di Nag Hammadi  – torneremo a parlare… Maria di Magdala fu la prima che, secondo la testimonianza evangelica vide Gesù Cristo risorto nel giardino presso il sepolcro vuoto e fu la prima messaggera – come Apostola degli Apostoli – a portare  l’annuncio agli apostoli impauriti e sfiduciati[1].

Ella è colei che più di tutti aveva amato Gesù, lo aveva seguito nella sua predicazione, (probabilmente tra il gruppo di chi forniva anche sostegno materiale); era rimasta con Maria, le altre pie donne e Giovanni ai piedi della sua Croce e aveva portato unguenti per il corpo del Signore, dopo la deposizione presso il sepolcro dato in dono da Giuseppe di Arimatea. Cristo, secondo la narrazione evangelica, si manifestò chiaramente a Maria nel giardino ed ella potè sperimentare la realtà della Resurrezione di Colui che, come recita una fonte datata al XII secolo, il De vita beatae Mariae Magdalenae[2]: «dilexerat, viderat, quaesierat, adoraverat» ovvero «aveva amato da vivo, visto morire in croce, cercato ormai deposto nel sepolcro, ed ora adorato risorto dai morti».

Nella figura di Maria Maddalena, papa san Gregorio I Magno, a causa di un’errata interpretazione, aveva fuso tre donne del Vangelo: Maria di Madgala, la peccatrice perdonata e Maria di Betania, sorella di Marta e di Lazzaro, dando dunque una visione completamente distorta della verità: fu in effetti la riforma dei libri liturgici dopo il Vaticano II a riservare al 22 luglio la memoria solo di Maria di Magdala, rivedendo letture, orazioni e antifone della Messa e dell’Ufficio. In Oriente la sua commemorazione liturgica è molto antica: risalirebbe addirittura al IV secolo e risulta venerata come “Santa Maria Maddalena la Mirofora” (la “portatrice di unguento profumato”) dal sec. X a Costantinopoli. In Occidente si cominciò a commemorarla liturgicamente il 22 luglio: a Roma dall’XI secolo, attestandosi ovunque nel secolo XII come dimostrano le dediche numerose di edifici di culto con il suo nome in tutta Europa.  Nella Chiesa cattolica è recentissima l’elevazione della sua memoria a festa (il 22 luglio)[3]: ciò per testimoniare un cammino in atto all’interno della Chiesa al fine di comprendere più autenticamente la dignità e il ruolo della donna anche nella nuova evangelizzazione e la straordinarietà del mistero della misericordia divina.Una tradizione riportata nella duecentesca Legenda aurea del domenicano Jacopo da Varazze[4] racconta che la Maddalena con i suoi fratelli e altri discepoli sia partita dalla Palestina per approdare a Saintes Maries de la Mer in Provenza[5] dopo un difficile viaggio e nonostante la barca fosse ingovernabile. Una variante della leggenda, attestata anche da un affresco di Giotto nella cappella della Maddalena della basilica inferiore di Assisi, vuole che l’approdo sia avvenuto a Marsiglia (fig. 1).  Il culto di Maddalena, protettrice anche degli anacoreti, si diffuse in età medievale in Francia e in Europa attraverso i suoi devoti – tra cui in particolare i Templari e i Domenicani. Numerosi lungo i percorsi di pellegrinaggio, di cui si è già fatto cenno anche in precedenti articoli editi in questa sede, vennero edificati numerosi luoghi di culto in suo onore: la chiesa più antica in cui si formò il culto di Maria Maddalena è l’abbazia di Vézelay (basilique Sainte-Marie-Madeleine) (fig. 2) [6] dove, già nel 1050, si diceva fosse conservato il corpo; assai nota la chiesa gotica di Saint Maximin la Sainte Baume[7] dove è conservato quello che si dice sia il teschio della santa mentre, soprattutto in seguito a studi recenti è diventata famosa la chiesa di Santa Maria Maddalena di Rennes le Château nell’Aude, impervia regione montuosa a controllo – in età coeva agli insediamenti templari attestati nel luogo – del percorso, che conduceva a Santiago di Compostela.

L’universalismo di Maria Maddalena si salda evidentemente al rapporto speciale vissuto con Gesù di Nazareth e alle successive fasi della sua testimonianza per cui ella, superate le barriere culturali del suo tempo, riuscì a portare nel lieto annuncio della Resurrezione la consapevolezza di una nuova possibile vita.

Alcuni dei riferimenti bibliografici

M. Bragadin I cavalieri templari della daga dorata, Appiano Gentile (CO) 2013.

A. Roche [Arcivescovo Segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti], Decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti: la celebrazione di Santa Maria Maddalena elevata al grado di festa nel Calendario Romano Generale, 10.06.2016 [B0422].

I segreti del Codice, a cura di D. Burstein, New York 2004.

Basilica Inferiore di Assisi, Cappella della Maddalena, Giotto di Bondone - Scene dalla Vita di santa Maria Maddalena: approdo a Marsiglia (intorno al 1320)

Basilica Inferiore di Assisi, Cappella della Maddalena, Giotto di Bondone – Scene dalla Vita di santa Maria Maddalena: approdo a Marsiglia (intorno al 1320)

Vézelay

Vézelay

Saint Maximin la Sainte Baume

Saint Maximin la Sainte Baume

Note

[1] Gv, 20,1-2.11-18. Anche il nuovo prefazio nel Missale Romanum si inquadra nell’attuale fisionomia della festa, rischiarata dal vangelo di Gv 20,1-2.11-18: si ascolta infatti oggi il racconto dell’apparizione del Risorto e del suo progressivo svelarsi a Maria di Magdala, investita dal preciso mandato di andare ad annunciare agli apostoli il Mistero da lei sperimentato.

[2] Attribuito ipoteticamente a Rabano Mauro, monaco vissuto nel IX secolo.

[3] Con nuovo decreto datato al 3 giugno 2016, solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, per espresso desiderio di papa Francesco, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti  ha elevato, nel Calendario Romano, la memoria obbligatoria al grado di festa (22 luglio).

[4] Frate domenicano e vescovo di Genova, compilò tale opera a partire dal 1260 fino alla sua morte (1298): è ancora oggi riferimento indispensabile per interpretare la simbologia e l’iconografia relative a opere pittoriche di contenuto religioso.

[5] È un comune francese situato nel dipartimento delle Bocche del Rodano nella regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra.

[6] Nel dipartimento francese di Yonne, in Borgogna: sorta nell’area di un’antica villa romana passata ai Carolingi. Da questi fu donata a Girart, conte di Rossiglione: i due monasteri da lui costruiti vennero depredati e distrutti nel corso dell’invasione dei Saraceni nell’VIII secolo, ma nel secolo successivo l’abbazia venne rifondata da Badilo, un seguace dell’Ordine benedettino riformato di Cluny. Vézelay si trova all’inizio della via Lemovicense, una delle quattro strade francesi che fanno parte del Cammino di Santiago di Compostela, utilizzata dai pellegrini per giungere a Santiago, in Galizia, nella Spagna nord-occidentale.

[7] Un comune francese situato nel dipartimento del Varo della regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra: qui nella grotta della Sainte Baume si sarebbe ritirata in eremitaggio Maria di Magdala, dove, secondo la leggenda visse per trent’anni fino alla sua morte. Il sito sul quale era stata costruita la chiesa attesta fasi di età romana (Villa Lata) e paleocristiana di V secolo con la presenza anche di sarcofagi dei primi secoli: questi avrebbero accolto le spoglie di san Massimino vescovo, il quale, secondo la leggenda, conobbe personalmente santa Maria Maddalena, san Sidonio, santa Susanna, santa Marcella e la stessa santa Maria Maddalena. A età medieale si data il castrum Redonas / Rodani, che interessava il suddetto territorio.