Matilde di Canossa: già nel nome che le venne assegnato dai genitori vi era traccia della potente energia che avrebbe animato l’esistenza di colei che sarebbe divenuta la principale figura femminile del Medioevo. “Maht”  che significa “forza” e “hild” che significa “battaglia”. Una potente guerriera dunque, una donna che regnò su un territorio molto vasto dell’Italia centro-settentrionale, che si rivelò abilissima nel condurre trattative diplomatiche, ideatrice di vincenti strategie militari in grado di difendere i suoi possedimenti, maestra nel trovare mediazioni politiche in un’epoca decisamente turbolenta in cui si scatenò un duello tra l’autorità del papa e quella dell’imperatore. Quarant’anni di potere detenuto con fermezza, determinazione e grande intelligenza, in un periodo storico dove le donne erano praticamente una nullità.  

E’ addentrandomi nella sua storia che giungo ad una riflessione che mi riporta ai nostri giorni, proprio in un momento in cui sono assorta nella lettura di un libro scritto da Lilli Gruber che dell’invisibilità delle donne alla soglia dell’anno 2020 tratta e discute. Perché ancora oggi le donne, nonostante la libertà e l’emancipazione conquistate, non occupano alcun posto di potere o quantomeno lo detengono in misura infinitamente piccola se rapportata alla scena mondiale. Basti pensare che nell’ultimo G20, in cui si riuniscono i capi di governo di 20 Paesi quali rappresentanti dei due terzi della popolazione mondiale e dell’85% della ricchezza circolante, il numero di donne presenti era di 3 su 38 soggetti! 

Ecco che allora Matilde di Canossa è quanto mai attuale e mi sospinge verso un’altra considerazione: quanto sarebbe diverso il mondo se avessimo più donne ai vertici delle strutture che lo governano? Come sarebbe la nostra realtà se avessimo molte figure come quella di Matilde sparse in ogni nazione del Pianeta? Ritengo che il  governo degli uomini sia un governo di forza, quello delle donne possa essere  un governo di potere. Della differenza tra forza e potere ne troviamo una bellissima descrizione nel libro “Il potere dei condizionamenti” di D.R. Hawkins: “La penna è davvero più potente della spada, perché il potere proviene dalla mente, mentre la forza radica nel mondo materiale …. Il potere compie con facilità ciò che la forza riesce a compiere con il massimo sforzo … la forza è arrogante, il potere è umile … il potere è associato a ciò che è a favore della vita e la forza a ciò che sfrutta la vita a vantaggio di un individuo o di un’organizzazione. La forza divide e attraverso la divisione indebolisce. Il potere unisce, la forza polarizza. Il potere attrae, la forza respinge. Il potere è al servizio degli altri, la forza serve solo a se stessa.”

Le donne sono per loro stessa natura molto più avvezze al potere che alla forza, hanno una innata predisposizione ad ascoltare e saper accogliere, sanno essere empatiche, hanno l’attitudine a voler comprendere l’altro entrandone in risonanza, conoscono l’arte della diplomazia e della mediazione.

La mia non vuole essere una riflessione che contrappone le donne agli uomini, bensì uno spunto per immaginare come l’energia femminile potrebbe spalancare le porte per costruire un nuovo mondo, dove a predominare sarebbe l’amore, la bellezza, la tolleranza, la sensibilità, la creatività, l’armonia. Un mondo dove il femminile divenga espressione massima di questa energia e il maschile ne sia custode. L’esatto opposto di ciò di cui sono spettatrice ogni giorno: l’uomo che tende ad essere dominante utilizzando la forza e la donna che prova a rispondere con la stessa moneta, snaturando la propria Essenza nel tentativo di assomigliare al maschile imperante.

E il potere per agire questo cambio di paradigma è proprio nelle mani delle donne. Sta a noi riappropriarci del nostro femminile per mettere in atto quei cambiamenti che il mondo non può più aspettare di attuare. Quel  femminile che Matilde di Canossa seppe incarnare in modalità così carismatiche e  potenti da incidere non solo sulla scena politica della sua epoca, bensì anche su quella culturale e sociale.

Credo che una vera rivoluzione possa partire proprio da qui, da un riequilibrio tra queste due forze, femminile e maschile, laddove una esprime tutta la propria creatività seguendo le leggi dell’Amore e del rispetto e l’altra protegge, sostiene e supporta. E’ questa la vera sfida che ci aspetta; sta a tutti noi, uomini e donne, saperla affrontare.

Erica F. Poli

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