Venezia, Mostra del Cinema, 2 settembre 2017

Vederle e ascoltarle una dopo l’altra, sullo sfondo di immagini antiche, di filmini consumati, così vere nei loro racconti e per la prima volta tutte assieme, è il grande valore di Lievito madre, il documentario di Concita De Gregorio ed Esmeralda Calabria che fa parlare alcune protagoniste del Novecento tra le “Proiezioni speciali” alla Mostra del cinema di Venezia.
Un sorriso che riempie lo schermo come quello di Nada Malanima, la più giovane del gruppo.

I temi spaziano dal lavoro alla famiglia, dalla libertà (della donna, prima di tutto) all’amore, dalla bellezza alla vecchiaia, lungo un filo storico che è quello delle vite delle protagoniste e, inevitabilmente, del secolo scorso. Esterina Respizzi rievoca all’inizio la sua fatica di mondina, catapultando lo spettatore in un’altra epoca: «A 14 anni sono andata a lavorare, venivo a casa stanca, non avevo il tempo di guardarmi in giro: mi addormentavo sulla sedia… Volevo fare la sarta e invece sono dovuta andare in campagna».

Luciana Castellina si sofferma sulla voglia di diritti e libertà, che allora significava «il desiderio di essere come i maschi, e quindi avere prestigio, autorità, forza: tutto quello che ci veniva negato. Ce ne ho messo di tempo a capire che il problema non era somigliare agli uomini ma far valere invece la differenza». Spiazzante, da questo punto di vista, l’esperienza di Giovanna Marini: «Mi chiamarono a Bologna a cantare delle femministe e trovarono che le mie canzoni non erano scritte con una lingua femminile: m’è sembrata una cosa così stupida, che dissi “io in realtà sono un uomo”».

Il montaggio restituisce la ricchezza delle esperienze, la diversità di vedute che alimentano l’impasto della Storia di cui le donne sono il “lievito madre” del titolo. Per Barzini «la famiglia è composta da sconosciuti, nel senso che questa del sangue è un’assurdità. Non sai chi metti al mondo, fai del tuo meglio ma non corrisponde a quello di cui hanno bisogno gli altri. La famiglia è molto più bella quando scegli tu tra gli amici chi senti famiglia, e non è detto che siano parenti. Subito dopo Giovanna Tedde, una nonna sarda, casalinga, dice in dialetto «la famiglia è una cosa bella. Non grande. Due figli vanno bene. Mio marito, perché poveri, ne voleva solo due. Un maschio e una femmina. Poi chiudiamo. E così abbiamo fatto».

Lievito Madre – Le ragazze del secolo scorso di Concita De Gregorio ed Esmeralda Calabria, Proiesioni speciali

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