Covid e cibo hanno confini incerti.

L’infiammazione cronica, che il mangiare determina, comporta non soltanto l’obesità, non soltanto la sindrome metabolica, ma la nostra risposta quotidiana al nostro compagno di vita degli ultimi due anni.

La chiave:
la cascata di citochine che determina l’infiammazione cronica.
Il cibo è strumento che ne incide sullo sviluppo e la riduzione, attraverso lo stress metabolico post prandiale, glicemia, trigliceridi, colesterolo (e non solo).
Dopo ogni piatto, la variazione qualitativa e quantitativa dura dalle 6 alle 8 ore.
Grassi, i carboidrati, ma ancor più gli alimenti iper-processati.

Un antidoto: l’insalata, sostanze bioattive, totipotenti.
I vegetali riducono lo stress ossidativo, ma non sono soltanto antiossidanti.

Ancora un elemento, sempre più dimenticato, la crononutrizione.
Il ritmo circadiano, quel ritmo che rallenta dopo le 19:00.
È sufficiente anticipare a quell’ora la cena per ridurre di 1/3 la riposta glicemica.
Si ritorna alla storia di sempre:
colazione salata al levare del sole,
pasto importante al dodicesimo rintocco,
con quella che oggi è considerata la restrizione calorica ottimale di 17 ore.
La nostra battaglia quotidiana,
semplicissima,
a tavola,
contro il Covid e non solo,
per la Nostra Salute.

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