Rigenerazione dell’umanesimo

Molte idee importanti si sono comunicate per lettera. I greci scrivevano lettere, i romani scrivevano lettere. Hanno dettato modelli di condotta: mettersi allo scrittoio per entrare in contatto con un assente ha rappresentato una delle pratiche più distintive dell’umana famiglia per secoli, anzi millenni. L’epistola impone un destinatario, presuppone un soggetto che abbia qualcosa di necessario da dire, viaggia. Nello spazio e nel tempo e non solo avanti.

Gli umanisti si scrivevano, si scambiavano pareri.

Fervore di un ambiente, civiltà dell’amicizia, di cui l’umanesimo ha fatto un’ideologia.

“Riconosco in ogni uomo un mio compatriota” (Montaigne)

“Se bisogna decidere fra la propria patria e l’umanità, bisogna scegliere l’umanità” (Montesquieu)

Dichiarazione dei diritti dell’uomo (e del cittadino), monopolizzati dall’ uomo bianco, adulto, occidentale. Per quanto attenta al rispetto dell’umano, la cultura umanista non ha cercato di sapere che cos’è l’umano. Le conoscenze sono diventate sempre più parziali, compartimentale, segnate dalla disgiunzione fra lo spirituale e il materiale, il cervello e la mente.

Mai come oggi ci sono state tante conoscenze sull’ uomo e mai come oggi si è saputo così poco su cosa sia l’essere umano (Heidegger)

L’umanesimo ha bisogno di riconoscere la complessità umana. L’umano è individuo, parte della specie umana e parte di una società allo stesso tempo. Tenuto a una morale di diritti e doveri verso la società. E la società è tenuta a rispettare i diritti e le libertà individuali.

Siamo interdipendenti e in comunità di destino, abbiamo un dovere rispetto all’umanità.

La nostra epoca conosce la follia delle illusioni che si credono razionali, gli accecamenti tecnici che ignorano le realtà profonde dell’umano, l’importanza antropologica dell’immaginario, del mito, della religione. Solo ristabilendo la complessità cosmologica, si può ritornare all’umanesimo. Da un universalismo potenziale, all’interdipendenza concreta fra tutti gli umani, divenuta comunità di destino, con la mondializzazione.

La nostra vita è inseparabile a quella della biosfera come valore primario, imperativo.

La priorità della vita è diventata quella di una nuova coscienza: la metamorfosi.

 

Maurizio Grandi e Erica Poli

 

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