Erica Poli e Maurizio Grandi
Quando Chiara chiede di incontrarLo, sono sei anni che Lui, Francesco, ha compiuto la dis-obbedienza che è obbedienza alla libertà di essere creatura, di essere corpo nudo, di essere lupo, colomba, sole, luna, acqua, fuoco, vita e morte. Un crocifisso gli ha parlato: “ripara la mia casa”. Non la casa di mattoni, in ultima analisi, anche se comincia così il processo inarrestabile della trasmutazione.
Prima del crocifisso gli hanno parlato le arie dei Trovatori, in quella Francia, in cui Lui, Giovanni Figlio di Pietro, poi Francesco, si reca proprio con quel Padre che incarnerà il fronte dell’utile materiale da rinnegare. In Francia ci sono i Catari, la loro eresia che corre sul filo della bellezza contrapposta al commercio che imperversa anche nella Chiesa. I catari, affermano che “una cosa è l’anima, un’altra lo spirito” (Moneta da Cremona, Summa contra catharos et vadenses”, 1200).
Simone Well, in quel “aliud esse animum et aliud spiritum”, riconobbe l’eredità sapienzale della filosofia antica cancellata dal potere ecclesiastico, dal IV Concilio di Costantinopoli,(870 d.C.) condannando coloro che sostenevano l’esistenza nell’Uomo delle due anime (canone 11).
Era proprio di quel sapere la concezione dell’uomo fatto di corpo, anima e spirito. Se l’Uomo spirituale gode della libertà dello spirito, l’uomo psichico (animalis homo) non comprende , troppo coinvolto dalla volontà egoica legata al particolar e superficiale, l’essenziale e il vero io, non toccato dal tempo, separato dal “qui” e “ora”. E Catara, di Francesco, fu la Madre e Nutrice.Giovanni, Francesco lo chiamano per via della Francia, prima che Frate, si immagina Templare.Farà una Crociata ben più terribile e profonda. Francesco dei segreti, come i rapporti con il Sultano, non certo di un giorno. Francesco, prima Signore delle Feste, poi cantore delle Creature, attore, scenografo, regista del dramma della libertà a cui non si può dire di no, anche se ti porta, agli occhi del mondo, oltre i limiti del sopportabile.
Lei è Chiara, ha dodici anni, è bella, ancora in boccio.Ha sentito parlare di Lui, sa di quel che ha fatto.Gli ardori del cuore femminile cominciano presto e si innamorano, di qualcuno per cui sembra che valga la pena fuggire. La fuga dalla casa e dalla famiglia d’origine per seguire lui: l’altro versante dell’archetipo d’amore in cui lui rapisce lei.
E lui rapisce lei: con il suo ardore per il Dio dentro in ogni cosa, per il suo sfacciato coraggio di togliere tutto, tutto, tutto di quel che è ipocrisia e comoda indulgenza, non tanto alla ricchezza, ma all’inganno del servire.
L’unico a cui servire, può essere solo Dio e Dio è già in te, nella pianta e nell’animale, nella roccia e nella stella.Non hai bisogno se non di essere esattamente quel che sei.E chi ti fermerà allora? Non sarai più ricattabile.
Francesco, è espressione della natura profonda e costitutiva dell’Uomo: la libertà. Ne é all’origine, lo guida.
Francesco é Uomo libero e la libertà è ribelle, specie in un mondo retto da gerarchie consolidate che hanno appena conosciuto il potere moltiplicatore del denaro.
Francesco distingue tra l’essere e l’avere. La libertà ad un certo punto può sposare l’obbedienza. Ma Francesco non é mansueto, come raccontò nel 1266 Bonaventura di Bagnoregio, generale del’Ordine Francescano che impose di distruggere tutte le biografie antecedenti, nei quarant’anni dalla Sua morte.
E’ colto, intelligente, Templare, politico, duro, ma amorevole, come sarà con Chiara e i Suoi con fratelli. E Chiara, energica ed originale, ha profondamente compreso quell’insegnmento e fedelmente lo ha seguito.E Chiara si innamora: di Francesco? di Dio? Si innamora della libertà.Le giovinette dell’epoca stavano chiuse nel Palazzo, fino al tempo in cui sarebbero andate in sposa a chi era stato deciso per loro.Chiara può finalmente fuggire, pensare con la propria testa, sentire con il proprio cuore.
Lui le taglia i capelli, ma non è mortificazione del femminile, è libertà dalle corde che la legano.L’innamoramento tra Chiara e Francesco somiglia all’alchimia dei due principi, femminile e maschile, del mondo. La loro congiuntura e la loro parabola parallela e talvolta incidente in una sinfonia all’unisono, è un Graal.
Non è quello che si intende per convezione tra un uomo e una donna, è il dispiegarsi della versione maschile e femminile della grande disobbedienza alla logica degli uomini quando si dimentica l’infinito e il bello. La loro storia è piena di segreti, come tutte le storie degli individui liberi. Dopo, è stata sigillata dalla santità. E i racconti mutati, in base alla quella logica che loro hanno irriso.
Dopo il libro di Chiara Mercuri, La storia negata, entrambi sono finalmente liberi da incrostazioni partigiane e accademiche. Donna, Uomo, che hanno saputo vivere la fede, seguendo un altro Uomo in cui hanno creduto e l’immagine del quale hanno voluto tramandare. Ribelli entrambi, come fu Lui, alla “Modernità occidentale”, alla società dell’avere, del consumare, dell’apparire di cui, forse finalmente, stiamo assistendo al funerale.
Il cerchio si chiude: “tutti gli altri mali sono amari, fuorché quello solo che procede all’Amore”, così scrisse un altro Cavaliere che dei Cavalieri raccontò la Storia, Chrétien de Troyes(Cligés, XII secolo). L’Amore che rende dolce quel che prima sembrava amarissimo.
Costretta a letto per anni, subita la clausura imposta da Papa Gregorio, Chiara difese quella povertà come lascito spirituale di Francesco, e vinse la Sua battaglia per il diritto di scrivere la Sua regola, Lei Donna.
Per questo nel titolo del Nostro Editoriale, diciamo “solo” Chiara e Francesco, senza titoli, che verrebbero dall’umano e non dal divino.
Chiara e Francesco, segreti Templari della libertà di perseguire la “povera” bellezza, quella dell’inutile canto, dell’inutile danza, dell’inutile poesia, dell’inutile Amore che neppure si consuma, che non figlia corpi per figliare opere, e non fa che ardere, infinitamente.