In un mondo in cui troppi pubblicano  libri, magari facendoli  scrivere ad altri per firmarli, è un piacere poter leggere uno scritto vero, palpitante e ricco di informazioni spesso originali. Nell’ultimo  libro di Maurizio Grandi si tratteggiano attraverso numerose interessanti  testimonianze i particolari di una vita, quella della madre Anita, che si interseca e si completa con le vicende di un’epoca ancora vicina nel tempo ma lontanissima nei “contenuti” e nei valori di riferimento.

Un’epoca la cui vulgata contemporanea è  spesso asservita a  interessi di parte omettendo particolari fondamentali per la sua comprensione e che questo libro coraggiosamente mette in luce. La piccola storia di una  grande donna che contribuisce a chiarire lo spirito della grande storia che le passava accanto e a comprendere gli slanci di quell’eroismo della quotidianità di cui i nostri genitori e i nostri nonni sono stati spesso protagonisti. Una quotidianità in cui la ribellione non era mai fine a se stessa e strumento di interesse personale ma aveva il respiro della ricerca e della conquista di un mondo più giusto cui  si aspirava con la forza di un ottimismo capace di superare ogni difficoltà. La pubblicazione ci offre più di uno spaccato di vita vera, vissuta di una famiglia sempre in vista, sempre protagonista ma attenta ai meno fortunati. Una famiglia che viveva agiatamente o anche solo dignitosamente nei periodi più bui, ma che ha conosciuto come molti fame e stenti nei momenti in cui mancava a tutti non solo il necessario ma anche l’indispensabile … e gli alberi come i buoni del tesoro  (!!!) servivano solo a procurare un po’ di calore se bruciati nella stufa. Eppure anche in quei frangenti non si dimenticava degli altri per migliorarne la condizione, proprio come avrebbe voluto nonno Toselli, anarchico e socialista umanitario come lo si poteva essere solo in quel tempo, magico e terribile nello stesso momento. Un mondo in cui spesso c’era tutto da ricominciare anche per i più fortunati, o forse sarebbe meglio dire meno  sfortunati. Una vita operosa quella di Anita, in cui l’appartenenza ad una famiglia importante non esimeva ma anzi comportava un impegno ancora maggiore (quanta differenza da allora ad oggi!!!)

Una vita in cui accanto alle frequentazioni esclusive non sono mancati momenti di una durezza che ai nostri occhi appare quasi insopportabile. La vita di Anita, un nome, un destino, che merita davvero di essere conosciuta e meditata attraverso le pagine di questo libro che rende alla piccola e alla grande storia un servizio davvero apprezzabile.

Lanmarco Laquidara – Già Professore di Storia della Medicina all’Università di Siena

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