Nel 1909 Wassili Kandinsky osserva il bianco come il simbolo di un mondo in cui tutti i colori sono scomparsi, un mondo alto ma ricco.
Un non-colore e un non-suono che contiene tutti i colori e tutti i suoni, una promessa di rinascita, solo una pausa ricca di potenzialità.
Nel 1918 l’arte attraverso il bianco, tocca un punto insuperabile, raggiunge un traguardo oltre il quale non si può andare.
Il Suprematismo di Malevic arriva al suo culmine pittorico con Quadrato bianco su fondo bianco. 
Il bianco affascina e la tentazione è contagiosa orientando la poetica verso l’eliminazione di ogni distrazione cromatica e simbolica per avvicinarsi alla purezza più assoluta, inevitabilmente in bianco. Colore che toglie senza impoverire e che permette di andare dritti all’essenza di un colore non-colore, di una pittura non-pittura, di un reale non-reale.

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