Con un orchestra di oltre cento giovani e sessanta violini.
Il tema naturalistico dell’undicesima edizione SettembreMusica sottolinea che il nostro ecosistema non è solo di terra, acqua e cielo ma consista di uno spazio sonoro, lo spazio del “sentire”, che è nostro compito proteggere, sviluppare e tenere vivo.Spazio per natura polifonico: contiene i suoni delle tradizioni, quelli del mondo, i suoni dell’aggregato urbano e persino quelli della strada, in un continuo e prolifico contrappunto di culture..
Il soggetto è Natura, ispirazione da sempre ricca di stimoli per artisti di ogni latitudine e generazione.
E’ una scelta che mi è parsa subito feconda. Perché la musica classica è di per sé un inno alla natura se ci pensa, è ormai quasi l’unica che si suoni con strumenti che non hanno bisogno di elettricità. E perché il suo repertorio si è regolarmente ispirato, e ancora continua a ispirarsi, ai fenomeni naturali.
Che si tratti di elementi (acqua, fuoco), di paesaggi (campagna, foresta, deserto), di fenomeni eccezionali (diluvio, tempesta) o di eventi ricorrenti (alba, tramonto, stagioni), di evocazioni ornitologiche o dell’origine del mondo, da sempre la natura ha infatti trovato dimora tra i pentagrammi. Nessuna epoca, nessuno stile, nessuna scuola ha potuto fare a meno di confrontarsi con essa. E, tra le migliaia di nuovi brani che ogni anno nascono sul pianeta, una parte consistente continua a essere suggerita dal nostro rapporto con la natura, con l’ambiente che ci circonda, con i territori che frequentiamo.
Nicola Campogrande
Direttore Artistico
La Gustav Mahler Jugendorchester orchestra giovanile di livello mondiale, in occasione del proprio 30° anniversario della fondazione voluta da Claudio Abbado. Sul podio Ingo Metzmacher, al piano Jean-Yves Thibaudet.
“Quattro paesaggi” è stato creato per l’occasione e introduce al tema , proponendo quattro differenti modalità musicali di relazionarsi alla “Natura”.
In apertura, la prima esecuzione in Italia di This Midnight Hour di Anna Clyne – compositrice inglese trentasettenne ispirata da versi di Juan Ramón Jiménez e daCharles Baudelaire, segue il Concerto per pianoforte di Gershwin(1925) affidato al pianista francese Jean-Yves Thibaudet in cui si mischiano i ritmi e le luci di Broadway, la vitalità del jazz e del musical e languida malinconia serale dell’Adagio centrale.
La seconda parte l’ouverture di Dvorák.
Nel regno della natura op.91 (1891) e la Suite n. 2 da Daphnis et Chloé di Ravel.