Gli antichi egizi dell’area centrale dal punto di vista genetico non hanno subito influenze tangibili dai conquistatori stranieri in epoca tolemaica e romana. Presentano un legame con le popolazioni del Medio Oriente e del cosiddetto Levante, un’area che abbraccia il Mediterraneo orientale e comprende Israele e Palestina, sintomo evidente di floridi scambi commerciali e culturali.

La scoperta deriva dall’analisi del DNA di 93 mummie.
Le mummie analizzate provenivano tutte dal sito archeologico di Abusir el-Meleq, nei pressi del Nilo, ed erano state sepolte tra il 1.400 ac e il 400 dc.
Per 90 mummie è stato esaminato il DNA mitocondriale, quello che viene trasmesso dalla madre ai figli, mentre per tre, è stato possibile verificare anche quello nucleare.

Il dato sulla provenienza delle mummie è rilevante poiché esclude dalla valutazione le influenze genetiche nell’Egitto meridionale e settentrionale, laddove soprattutto quest’ultimo fu influenzato dalla presenza degli eserciti conquistatori. La mescolanza tra i romani e gli antichi egizi potrebbe essere stata ostacolata anche da motivi di interesse, dato che chi sposava un romano acquisiva automaticamente anche la relativa cittadinanza.
Il profilo genetico degli antichi egizi è sensibilmente differente da quello moderno, dove è presenta la “firma” di popolazioni sub-sahariane, probabilmente agevolate dal tempo grazie alle migliori condizioni di navigabilità del Nilo

Johannes Krause, archeologo presso il Max Planck Institute di Tubinga.

01 agosto 2017
Nature Communications

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