2009… Elaine Fox dell’Università Essex (UK) scrive su “Proceedings of the Royal Society” che l’ottimismo è una variante lunga del gene 5/HTTLPR, destinato a trasportare il neurotrasmettitore della serotonina.

2011… Shelley E. Taylor dellUniversità della California di Los Angeles, scrive su  “Proceeding of the National Academy of Science”,  che alcuni tratti della personalità come l’ottimismo, l’autostima e il senso di controllo sono legati ad un gene che codifica un recettore dell’ossitocina (OXTR), ormone che reagisce ed aumenta in risposta allo stress ed è associato a buone abilità sociali, e in una specifica posizione può presentarsi in due versioni: la variante A (adenina) e la variante G (guanina). Suggerisce che Persone con almeno una variante A siano più sensibili allo stress, con capacità sociali più povere e un maggior rischio di essere esposti a problemi di salute mentale. Persone che possiedono due A o una A ed una G sono meno ottimisti, hanno poca autostima e senso di padronanza di se stessi rispetto a chi invece ha due G.

2011… Jon-Kar Zubieta dell’Università del Michigan scrive che chi ha bassi livelli di neuropeptide Y ha predisposizione ‘genetica’ al pessimismo e risponde male allo stress.

Non è cosi. L’infanzia, buone relazioni, amici, l’Arte del Vivere fanno bene alla Mente e al Corpo.
E’ emersa la consapevolezza che noi “non siamo i nostri geni”: dei seicento mila attesi, ne abbiamo trovati ventimila, solo il 2% codificanti.
Il nuovo paradigma mostra che non esiste un singolo e statico genoma per individuo, ma che l’organismo è un mosaico genetico influenzato da fattori ambientali in grado di promuovere inserzione “de novo” degli elementi trasponibili, cambiare il genoma (Shape The Genome),  creare nuovi geni, nuove sequenze codificanti, interrompere l’espressione dei geni esistenti.

La regolazione epigenetica deriva dal meccanismo di difesa che si è sviluppato ancestralmente.

Eppure, ogni giorno, leggiamo ancora che si è “scoperto” un gene dell’intelligenza o del talento musicale, ipotizzando che ognuno di questi abbia un effetto isolabile ben definibile, e sia possibile intervenire su basi biologiche dell’identità individuabile. Il nostro Io dipende dal contesto, da una rete di interegolazioni che coinvolgono molte sequenze in un unico tempo, e in più tempi.

L’insieme di frequenze oscillatorie di enzimi, membrane, DNA, gruppi di cellule, costituisce gerarchie complesse di segnali che percorrono l’essere vivente in modo coerente, rappresentando una rete di informazioni controllanti il metabolismo cellulare ed organico  (omeostasi). Il nostro corpo è un’orchestra : ogni organo, tessuto, cellula, “suona” in armonia con l’insieme, espressione vibratoria coerente del Vivente. Nulla è localizzato. Tutto è indeterminato, tutto è potenziale.

Tutti contribuiamo personalmente al Mondo di cui facciamo parte che , nello spirito della Lega ,rappresenta la chiave simbolica della sua Anima. La coscienza non è appannaggio della filosofia ma quanto di più reale esista. Simbolo dell’informazione integrata, forma della comprensione : tutto ciò che abbiamo e che siamo.

La natura nasconde possibilità segrete che spetta all’intelligenza scoprire e mettere in atto, per giungere all’evoluzione che è nel disegno del Creatore e nella natura stessa.

Perché la Vita senza, non è Vita.

Oggi ci affacciamo al Suo Mistero, “Myein”, tacere (perché per essere pronunciato costringe a chiudere le labbra). Ma noi continueremo a non tacere, e a guardarlo.

E sarà il momento in cui il momento, separato dal prima e dal dopo, prende vita.

Semplicemente così com’è, la’ dove si trova. La spontaneità dell’istinto, l’esperienza dell’idea.

Alla ricerca del sogno solo apparentemente perduto di Umanità, quale appare nello spazio culturale dell’Occidente, dinamica, storico evolutiva.

Universalismo pluralistico come in Oratio de Hominis Dignitate di Pico della Mirandola 1486, o nella Carta delle Nazioni Unite del 1945.

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