16 Settembre 2022


V Premio Internazionale di giornalismo e comunicazione “La Rosa d’Oro”
Associazione internazionale Regina Elena – Delegazione italiana Odv
Milano. Teatro di San Lorenzo.

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Ho scelto.
Questa mattina ho scelto.
Ho scelto Chi essere.
Mi sono messa una camicia bianca,
una giacca rossa,
un paio di jeans
e i mocassini neri.
Sfida.

So che sarò la semplice me
tra i grandi.
Lo so.
L’ho scelto.
Da sempre.

Io vengo da quel Popolo
che non mi basta mai.
Posso essere grande e piccola.
Voce tra le genti e sussurro tra i potenti,
o forse bisbiglio tra la folla e boato tra i grandi.

Identità.

Oggi il premio va a Coloro
che provano ogni giorno
a fare la differenza,
ma Chi sono?
E Chi testimonia per Loro?
Pochi, silenziosi.

Il valore dei Premi,
sta in Chi li dedichiamo.
(Maurizio Grandi)

Valere senza volere.

Il teatro di San Lorenzo a Milano, in mezzo a una piazza di ragazzini mezzi nudi, pieni di brufoli, che mangiano pizza e sghignazzano tra loro, ma poi vanno dallo psicologo, il quale, a sua volta, ha bisogno di uno psichiatra, il quale, a sua volta, di un medico, il quale ha sua volta ha bisogno di?

Niente. Ovvero Tutto.
Poter dare l’Amore e la Conoscenza,
per promuovere la Cura,
la Ricerca e la Cultura.
E dar Vita alla Vita.

Questa la differenza essenziale tra il mondo che era e quello che è.
Questa la radice del mondo che era e di quello che sarà.

L’anno scorso avevo scritto una Tesi sul cancro, “Il cancro e il filo di Arianna. Dall’anarchia della cellula tumorale, alla nota fondamentale.”

Il cancro: quelle cellule sfuggite al controllo genetico, non responsive ai messaggi del corpo, libere, divincolate dal direttore d’orchestra, quel direttore che organizza e amministra, regola e dà il ritmo alla Vita. Il cancro: un mondo autonomo dentro un mondo (apparentemente) controllato.

Le cellule sane: i sopravvissuti. Resistono, a denti stretti, fedeli. Il soldato romano di Spengler, che impassibile resiste davanti all’eruzione del Vesuvio, perché si dimenticarono di scioglierlo dalla consegna. La fine del mondo antico. La caduta dell’Occidente.

L’ignoranza genera Amore?
Si. No. È più complesso. È più semplice.
Ignorare, perché dimentico. È quella memoria che non rende perfetto l’Uomo, ma lo rende umano. Prometto di provare a ricordarmi tutto, ma tutto è impossibile da ricordare e lì dove pecca la memoria dell’Uomo, nasce la crepa. Vita o morte dipenderà da Chi vivrà dopo di Lui.
Il soldato è vivo o morto?
Morto. Ma vivo in eterno. Nell’Aion infinito.
Da una dimenticanza, il soldato vive per sempre.
Dimentico di sciogliere l’ordine, di quell’unico soldato rimasto.
Quale sarebbe stato il Suo destino?
Chi lo sa?
Forse, comunque, morire.
Ma forse abbracciando
quel bambino impaurito,
guidandolo nell’abbraccio della morte.
L’abbraccio di Pompei.

Oppure un carro con i cavalli
o salpare su una nave.
E forse la Vita,
forse un’altra Storia da scrivere.
Salvi.
Il Tempo avrebbe deciso.
Dio avrebbe scelto,
ma è stato dimenticato
di sciogliere il comando.

Ieri è stata quella Storia.

E oggi?
E oggi?
In mezzo a questi soldati,
che si battono ogni giorno,
che piangono senza lacrime,
a denti stretti,
resistendo alla povertà della Cultura,
combattendo per i propri Valori.
Sento il pianto di queste cellule,
dei sopravvissuti che sanno resistere.

Oggi la bufera arriva,
l’onda è vicina,
forse continua a passare.
Decima e stermina,
l’apoptosi.

Non manderò nelle vostre case
acqua inquinata.
(Enzo Biagi)

La bandiera ci salverà.
Ma non è più la bandiera.

Ma
non è mai troppo tardi
per Chi crede davvero.

E se non fosse il vestito?
Se fossimo nudi davanti a Dio?

Dentro la Torre ogni giorno,
oggi in questo Teatro,
sono in una cellula sana.
L’unica sopravvissuta,
l’unica che resiste in un mondo senza Storia,
invaso dal cancro,
dall’aridità della cultura e della cura.

Ma io credo, credo che Tutto possa tornare a vivere di nuovo.
Credo in quei funghi e in quelle alghe che si sono riconosciuti perché diversi, ma con lo stesso bisogno di dar vita alla vita, per generare i licheni.
Io Credo in quella simbiosi, in quel dialogo tra batteri e cellule che diedero vita ai nostri mitocondri.
A Noi.
Io credo in un mondo migliore,
diverso ma uguale.
Io credo.

Cura. Ricerca. Cultura.
Questo l’unico nodo da tenere in Vita,
questo l’unico ricciolo d’oro da coltivare.

Il Futuro è oggi.
La qualità non è per Tutti,
ma Chi ha alti Valori,
vorrebbe lo fosse.

Questa è quella trasformata di Fourier
in cui si sale e si scende,
come un’altalena legata ad un filo.
Qualità e quantità.
Oscillano insieme,
ma mai insieme.
Così che va il mondo.
E se un giorno si unissero insieme,
forse un’esplosione a freddo o a caldo,
forse una seconda Sindone.
I due poli opposti, forzati ma liberi.
Cos’è la libertà se non ci fosse una regola?

Oggi.
Chi si accontenta gode, ma di cosa?
Del riconoscerci? E poi?
Andiamo? Partiamo?
Dobbiamo salvare la Terra.
Armiamoci e partiamo.

Come con i miei Scout:
prometto, sul mio onore,
di fare del mio meglio
per rendere il Mondo
un posto migliore.

L’Eroe del Popolo con l’Eroe per il Popolo.
L’Eroe per la Élite con l’Eroe dell’Élite.

Insieme si fa la Pace. Insieme si costruisce il mondo.
Insieme.

Oggi indosso il jeans,
la fatica,
perché vengo dalla terra di nessuno
figlia di Chi non conosce,
affamata di Vita.

Oggi sono vestita di Rosso,
colore del sangue, della rivoluzione,
Rosso Valentino, la bellezza prorompente,
Rosso porpora, dei Cesari, dei Cardinali e della Chiesa.

Oggi indosso il Nero,
colore di morte,
perché non ci spaventi,
Nero di fierezza, di eleganza, di tramonto.

Oggi sono vestita di Bianco,
per la Vita.

Arianna Ballati

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