Il 15 febbraio 2019, XVII Giornata Mondiale contro il Cancro Infantile.

“Diamo radici alla speranza, piantiamo un melograno”.
In Italia, nel 2018, ci sono state 373.000 nuove diagnosi: 1400 bambini, 800 teenager e 16 mila i giovani fra 15 e i 39 anni. Al Nord ci si ammala di più, al Sud si provvide di meno.
I ragazzi fanno fatica a percepire il tema della prevenzione oncologica come qualcosa che li riguardi, la possibilità di soffrire un giorno di tumore non fa parte del loro mondo.
Le caratteristiche dei Centennials sono l’essere meno attenti e molto più pragmatici, aperti al cambiamento, consapevoli delle difficoltà da affrontare, più propensi a seguire le proprie passioni.
Occorre far crescere la consapevolezza del rischio: proteggersi, evitando i rischi derivanti da “fattori ambientali” e “stili di vita scorretti”.

La conoscenza dell’esposizione a diverse fonti e tipologie di agenti inquinanti (chimico-fisici e biologici)  è fondamentale.

In primis l’esposizione a prodotti chimici: nel 1930 erano 1.000.000 ,nel 2004, 400.000.000.
Sottovalutata è l’esposizione degli organismi in via di sviluppo. Il target più sensibile degli inquinanti ambientali, dotate di assetto genomico ancora “fluido” ,come le cellule staminali dei tessuti degli adulti, che possono degenerare in senso neoplastico.
Le cellule embrionali e fetali e i gameti, esposti anche solo a quantità minime ma quotidiane, di agenti e fattori esogeni, trasformano il loro (epi)genoma.
Occorre anticipare l’espansione pandemica di malattie neurodegenerative e neoplastiche prodotte da una trasformazione ambientale troppo rapida.
Il costante incremento di neoplasie dell’infanzia ,è  connesso a esposizione transplacentare (del feto),
transgenerazionale (dei gameti) ad agenti chimici e fisici (in particolare radiazioni ionizzanti) in grado di indurre modifiche epigenetiche e genetiche rappresenta l’effetto più esemplificativo e drammatico.
Il feto vive nell’ambiente di acqua.
Metà delle acque di laghi e fiumi italiani è contaminata da pesticidi.
Nel 2010 sono stati individuati 166 tipi diversi di pesticidi, 118 del biennio 2007-2008.
Il 55,1 per cento delle acque superficiali (fiumi, laghi e paludi)
il 28,2 per cento di quelle sotterranee sono contaminati.
A rischio sono sia gli organismi acquatici che l’uomo, esposto ai contaminanti attraverso il cibo e l’acqua.
Le “acque utilizzate per scopo potabile superano i livelli massimi di pesticidi consentiti per le acque potabili il 34,4 per cento delle acque superficiali analizzate e il 12,3 di quelle sotterranee”.
Sotto accusa è  la nostra agricoltura, che detiene il record europeo di quantità d’impiego di fitosanitari:
5,6 chili per ettaro (dati Istat), 350 sostanze tossiche diverse,
140mila tonnellate all’anno, che da sole fanno il 33 per cento del totale usato in tutta l’Unione europea.

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