Anche le sostanze allucinogene rappresentano occasione per accedere a stati psichici particolari e per portare la guarigione, nel corso dei riti sacri, nelle divinazioni. Già i primi conquistatori della vallata dell’Indo, nella metà del secolo millennio a.C., gli Ari ,i avevano quali guide spirituali sacerdoti che deificavano la soma( pianta ipotizzata ma non identificata) e l’inno che composero a sua esaltazione arrivò fino a noi attraverso il Rigveda indiano. Il succo, estratto nel corso della liturgia, veniva bevuto dai celebranti come inebriante divino ( A. Scarpa, 1980).
Secondo R. Gordon Wasson (1967) la soma sarebbe il fly agaric ( Amanita muscaria), il cui uso risale a 3500 anni fa.
Il guaritore messicano (brujo) ingerisce funghi allucinogeni (Psilocybe mexicana) , per intervenire nella terapia delle malattie e contro il malocchio.
Dalla radice della Mimosa hostilis, i Pankararùs del Brasile, preparano un vinho de Jurema, usato specialmente nelle cerimonie religiose per indurre a visioni variopinte di fiori e uccelli.
Gli indiani del Messico ,dal consumo dei semi rossi della Sophora secundiflora (frijolitos) , ottengono profezie attraverso stati allucinatori (A. Scarpa, 1980).
Molto diffuse nell’Est della Colombia, in Ecuador, Perù, Bolivia, sono la Banisteriopsis caapi, (Caapi, Dapa, Mihi, Kahi, Natema, Pinde, Yaje) e Banisteriopsis inebrians ,dalle quali si ottiene una bevanda inebriante ( ayahuasca , caapi yagé, yajé, natem, natéma). Gli Amahuaca dell’Alto Rio delle Amazzoni utilizzano il vino di questa zigofillacea non per scopi edonistici ma per specifici fini culturali, come giungere a intuizioni sulle abitudini e peculiarità degli animali che cacciano o facilitare le relazioni intergruppo aiutandolo a raggiungere un’armonia politica, vista la mancanza di formali strutture di comando.

Il vaso di ceramica in cui viene preparato l’infuso è considerato analogo all ‘utero e così vanno intese le decorazioni esterne .Scopo è raggiungere lo stato dell’era mitica primordiale (utero) , lo Yajé.

Le Banisteriopsis possono essere utilizzate da sole dopo lunga bollitura o con le foglie di B. rusbyana(Oco- Yaje) e Psycotria viridis.

Altre liane usate : B. quitensis, Mascagna glandulifera, M. psilophylla var. antifebrilis, Tetrapteris methystica e T. mucronata .
Le foglie psicoattive più comuni sono quelle della Psychotria Carthaginensis o viridis (rubiacee), Brunfelsia chiricapsi and B. grandiflora.

Tra le Apocinacee , Tabacco, Malounetia tamaquarina e Tabernaemontana,
tra le  Acantacee Teliostachya lanceolata.
Tra le Marantaceae,  Calathea veilchiana
tra le Amarantacee , Alternaria lehmannii , Lygodium venustum, Lomariopsisi japurensis, del genere Cyperus ,Ocimium micranthum, altre cacatcee , Opuntia e Epiphylum.

Oltre al peyote (Lophophora Williamsii) un’altra cactacea, il Trichocereus Pachanoi B.R. o “San Pedro”, entra in una bevanda allucinogena del Perù,  cimora, usata  per fare diagnosi e divinazioni (M. Polia, A. Bianchi, 1988).

Nell’Amazzonia Nord Occidentale ,Brasile ,Colombia , in prossimità dell’ Orinoco in Venezuela, si assume un allucinogeno per sniffing :il Viho (seme del sole).Il principio attivo si ricava da cortecce del genere Virola e Anadenanthera (Piptadenia peregrina ;Leguminosa ), 5-metossiNNdimetiltriptamina e derivati triptamicinici.
In Gabon , la Tabernante Iboga, nelle cui corteccia e radici è contenuta l’iboganina indolo( Eboka), consumata nei riti di iniziazione (Bwiti). Effetto antifatica ma , a dosi più alte, diviene allucinogeno.

In Congo ,la Corynanthe yoimbe ,nella cui corteccia,la yoimbina indolo , stimolante e afrodisiaca
Già nel 1651 Hernandez riferisce della pazzia causata dai semi della Rivea corymbosa (ololiuhqui in Nauatl), assai diffusa presso gli Aztechi.

Salvia divinorum  era la pianta divinatoria  degli Aztechi, la belladonna ( Atropa belladonna ) e stata successivamente  sperimentata nel parkinsonismo sia primario che post-encefalico (A. Scarpa, 1980) : la  cura sarebbe priva di sgradevoli fenomeni secondari;, il giusquiamo (Hyoscyamus niger) ; lo stramonio (Datura stramonium L.) con cui gli sciamani sudamericani ottengono un sonno che li metterebbe in contatto con gli antenati; l’ Anadenanthera peregrina, la Virola calophilla, da cui si traggono polveri da fiuto (S. H. Wassén, 1967).

Anche nell’Europa medioevale venivano utilizzate sostanze capaci di indurre stati di alterazione psichica, come il coriandolo (Coriandrum sativum L.) assunto con vino o birra. Ancor prima erano d’uso la valeriana (Valeriana officinalis L. ) presso gli Etruschi (L. Sterpellone, 1990) e il papavero (Papaver somniferum L.) presso gli Egizi ( A.P. Leca, 1986).

L’uso di droghe narcotiche, allucinogene e psicolitiche è antichissimo e fa parte della cultura etica.
La maggior parte dei principi attivi contenuti nelle piante magiche, o “piante maestre” (il tabacco, l’hashish, l’amapola, il peyote, alcune solanacee, il San Pedro, la coca, la willea, ecc..) interferiscono o modificano o sostituiscono alcuni neurotrasmettitori.

I principi attivi  presentano una affinità chimica con le sostanze che permettono la intercomunicazione tra i neuroni (F. Cabieses, 1992 e 1987) , come

mescalina (principio attivo del San Pedro) e i sistemi noradrenalinici;
l’armalina (principio attivo dell’ayahuasca) e i sistemi neuronali serotoninici;
la bufotenina (principio attivo della willea) e i sistemi dopaminici;
la muscarina (principio dei funghi magici della Siberia) e i sistemi acetilcolinici.

Il San Pedro contiene alcaloidi attivi identici a quelli che appaiono spontaneamente nell’orina dei pazienti schizofrenici.

Gli alcaloidi della cumala, allucinogeno peruviano, sono con gli  stessi che si trovano nel sangue di alcuni malati mentali. (F. Cabieses 1987)

Tratto dalla docenza tenuta presso Risultati immagini per ciics

https://www.etnopharma.com/primae
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