Quando tracciava una nuova mappa del cielo, Ipazia stava indicando una traiettoria nuova – e insieme antichissima – per mezzo della quale gli uomini e le donne del suo tempo potessero imparare ad orientarsi sulla terra e dalla terra al cielo e dal cielo alla terra senza soluzione di continuità” (Pallada – poeta Alessandrino V sec.).

Ci fu un Tempo in cui Alessandria d’Egitto risplendeva quale capitale culturale e delle scienze dell’Impero Romano; qui Teone Alessandrino , filosofo, matematico e astronomo , dirigeva quella che era la più importante Accademia dell’Antichità il “Museion”. 

Sua figlia Ipàzia (370 – 415 DC) , ebbe il privilegio e l’opportunità di studiare in quel contesto ; insieme crearono un Centro Studi e una Biblioteca dove si riunivano i membri più importanti della comunità scientifica del tempo. Sarà Lei a raccogliere l’eredità del padre alla sua morte e a portare avanti la scuola “neoplatonica” di Alessandria. 

Dalle ricostruzioni storiche all’incirca negli stessi anni nasceva anche Cirillo nipote del Vescovo Teofilo al quale succederà nel 412 DC e la cui storia, una volta giunto al potere,  si intreccerà così drammaticamente con quella di Ipàzia.

Un contesto storico e culturale in cui i dogmi e i pregiudizi sovrastavano potentemente il libero pensiero , soprattutto se frutto della mente di una donna. 

Una mente fuori dal comune , per questo così “pericolosa” .

La mente di una donna coraggiosa animata da un  fervente amore per la conoscenza. 

Libera.

Devota allo studio al punto di rinunciare a sposarsi e ad avere dei figli. La sua poteva essere considerata una vera e propria “missione”. 

Filosofa, matematica, scienziata, appassionata di astronomia , studiò e realizzò l’astrolabio e l’idrometro. Insegnante presso il centro studi ma non solo ….insegnante  in strada , in mezzo alla gente , quasi ogni sera,  a parlare di Vita e di Stelle. 

Come scrisse di Lei il filosofo Damascio :

 “era pronta e dialettica nei discorsi, accorta e politica nelle azioni, il resto della città a buon diritto la amava e la ossequiava grandemente, e i capi, ogni volta che si prendevano carico delle questioni pubbliche, erano soliti recarsi prima da lei, come continuava ad avvenire anche ad Atene”

Cirillo incarnò l’energia opposta, nel ruolo di difensore dei canoni imposti in quel momento dal Cristianesimo che , con l’editto di Tessalonica (380 DC), era diventata la religione di Stato . Religione  alla quale Ipàzia rifiutò di convertirsi . 

Fu la lotta tra il dogma stabilito e la ricerca di nuove conoscenze, il dogma che vacilla di fronte all’intuizione, alla scoperta , alla volontà di trasmettere e di insegnare . 

La fine così tragica della vita di Ipàzia e il tentativo, bruciando i resti del suo corpo, di cancellarla dalla storia, hanno prodotto il fenomeno inverso…

Durante l’ Illuminismo francese, Ipàzia viene citata nella celebre Enciclopedia di Diderot e d’Alembert (1755), anche Voltaire (1772) la ricorda, la forza della sua Vita e il suo pensiero arrivano fino ai nostri giorni.

La storia , le cronache , ci restituiscono ogni giorno tragici esempi di vittime e carnefici, e spesso la crudeltà psicologica e fisica si cela proprio in quello che dovrebbe essere il “rifugio per eccellenza” ….la casa. 

Ancora più nel profondo, spesso siamo noi stessi ad impedire alla nostra parte più essenziale di esprimersi, prigionieri di credenze e paure che conducono a percorrere sempre le stesse strade , senza novità, senza ascolto, senza luce.

Credimi figlia mia , la grande avventura della vita è quella di essere te stessa, senza lasciarti condizionare da quello che gli altri vogliono tu sia , per la loro pace mentale, per la loro utilità, per ciò che ritengono essere adeguato. Probabilmente la tua libertà di essere scatenerà isolamento , solitudine, tentativi di manipolazione, gelosie, incomprensioni. Ricorda che tutto questo è parte del seme, fa parte del processo di apertura del guscio, è il rumore della schiusa, è il seme che fiorendo lascia andare tutto ciò che era prima. Osare fiorire oggi , in questi tempi di deserto, presuppone un grande coraggio, un grande potere, è la più alta rivoluzione. E sai perché figlia? Perché quando tu fiorisci, fiorisce anche la speranza”. 

Sono parole della poetessa spagnola,  nostra contemporanea Ada Luz Marquez, ma potevano essere parole simili quelle pronunciate da Teone Alessandrino a sua  figlia Ipàzia mentre la incoraggiava negli studi , mentre condivideva con Lei il suo Sapere aprendole le porte della Sapienza.

Eppure la libertà di espressione fa molta paura ancora oggi.

Quante storie di Ipàzia, uomini e donne  del nostro Tempo , del nostro Mondo, storie  che continuamente si ripetono più o meno violente, ma simili nel processo mentale con cui si producono.

Basterebbe forse ri-posizionarsi in ogni istante, pensando a quanto poco sappiano di noi, di questo meraviglioso luogo che chiamiamo Mondo , di questo Universo in cui siamo immersi.

E’ stimato che ad oggi le conoscenze siano all’incirca il 4% rispetto a quanto ci circonda.

Il resto è materia oscura **. 

Basterebbe ricordare questo per restare “Umili” di fronte all’Immensità , Umili e Curiosi di conoscere , comprendere e camminare insieme, Uomini e Donne, in una stessa Direzione. 

Il progetto internazionale Ipàzia dell’UNESCO (www.womensciencenet.org) dei primi del 2000 consolida  l’iniziativa del Centro Unesco di Torino (http://www.centrounesco.to.it), del 1999. 

L’intento dei 190 stati membri che ne hanno promosso la realizzazione ,  è proprio quello di creare un luogo che dia l’opportunità alle donne di tutto il mondo di confrontarsi  sull’importanza del loro contributo al mondo della scienza.

Il Tempo è in fondo un continuo ripetersi di eventi e di circostanze, fino a quando una maggiore conoscenza o meglio ancora Coscienza , è in grado di produrre un finale  diverso della storia, un finale dove il comune intento di “Essere Umani” porti a percorrere quella Via, il cui nome illuminava il Centro Studi di una rigogliosa e fervente Alessandria, un finale in cui Ipàzia possa camminare “libera” ……sulla “Via del Sole” .

Silvia Ciuffardi

  • Sulla vita di Ipàzia : Silvia Ronckey “Ipazia. La vera storia”  Collana Saggi italiani, Milano, Rizzoli, 2010. 

**   Richard Panek “Il 4% dell’ Universo” – Codice Edizioni 

Post correlati