“Mi piace molto immaginare Matilde con i fratelli , giocare intorno ai Laghi di Mantova, vivere la spensieratezza della sua infanzia “, questa frase di Paolo Golinelli storico Medievista trasporta sulle ali dell’immaginazione a chiedersi come sia stata Matilde di Canossa … bambina .

Che cosa sognava ? Che cosa desiderava ancora inconsapevole di quanto il luogo e il tempo in cui era nata avrebbero determinato il corso degli eventi ?

Capelli biondo ramati , slanciata , elegante , intelligente, un’educazione condivisa con suo cugino Enrico IV,  alla corte dell’Imperatore, un’educazione  “cattolica e tedesca”  . Pronta , attenta , dotata. 

“Fin da piccola conosceva la lingua dei Teutoni e sapeva anche parlare la garrula lingua dei Franchi”. *

Ma  il suo Cuore di bambina cosa viveva ? 

A soli 6 anni, la morte del Padre, Bonifacio di Canossa, ucciso “con onore” da una  freccia avvelenata durante una battuta di caccia e poco dopo quella dei suoi due fratelli. Unica sopravvissuta dei figli , costretta, insieme alla madre Beatrice, a lasciare la sua terra per volere di Enrico III.  Possiamo immaginare che la spensieratezza avesse lasciato il posto ad una velata tristezza, ad una ineluttabile accettazione degli eventi.

E più tardi , il suo Cuore che batteva, magari ricambiato,  per qualcuno che la storia potrebbe non  portare mai alla luce .  Il suo Cuore obbligato ad accogliere un matrimonio “di rango”  con il Duca di Lorena… Goffredo il Gobbo e ancora drammaticamente costretto a piangere la morte della sua bambina , poco dopo la nascita. 

La Donna forte , potente , battagliera, diplomatica, amica e nemica degli uomini più potenti dell’epoca affonda le radici nelle delicate pieghe del suo Cuore di bambina , in quel sottile e delicato spazio che, possiamo immaginare, in età adulta fosse riservato alla sua incrollabile Fede.

“Ella adora il Verbo Supremo per cui tutto è stato creato. Odia i vizi , sa esaltare la virtù , altera con chi si esalta, si comporta da mite con i miti, dolce con i buoni, sa atterrire i malvagi. Non la esalta la buona fortuna , né la turbano le avversità, in ogni caso mostra discernimento e la sua fama si spande perenne per tutti i regni”.*

Ci fu un Tempo in cui, provata dagli eventi, iniziò a desiderare la vita del Convento , ma come richiesto da Papa Gregorio VII, restò in quella “terra di mezzo”  a dividere e nello stesso tempo a cercare di conciliare Pontefice ed Imperatore.

Fu Testimone della grande umiliazione di Enrico IV al cospetto del Papa. La grande umiliazione del potere temporale davanti a quello spirituale, l’ego che si piega e si umilia riconoscendo un potere più grande , ma non appena riottenuto ciò che vuole si rialza e più violento di prima prepara la sua vendetta.  Monito a che una “reale conversione” avvenga dentro e fuori di noi. Inchinarsi a qualcosa che va “oltre noi” per rileggere gli eventi in una chiave di ritrovata interiorità. 

Fu combattente ispirata per la riforma gregoriana insieme ad Anselmo da Baggio che diverrà venerato  Santo Patrono della città di Mantova. 

E ancora un matrimonio, quello con il Duca Guelfo V di Baviera,  poco più che un adolescente , nel tentativo di dare alla luce un erede maschio, che non arriverà. 

Colpisce la sua intercessione affinché a Enrico IV , divenuto nel corso del tempo il suo grande nemico e ancora colpito dalla scomunica, venga concessa la sepoltura Cristiana , all’epoca così importante per un Imperatore.  

Immaginare di dare voce al suo Cuore , quello di bambina , il luogo segreto in cui forse ha trovato la forza e la fermezza per giocare il ruolo che la storia le ha richiesto.  

Nascere in quelle terre, in un contesto sociale – politico – religioso così complesso , terre di separazione e insieme di possibile incontro tra due poteri contrapposti , in guerra. 

Donna sola, come la raffigura Dante nel Canto XXVIII del Purgatorio , “giovane e bella , che passeggia sulla riva del fiume cogliendo fiori” e a Dante la Donna spiega la ragione del suo soave sorriso :  “la gioia della contemplazione dell’opera di Dio” . 

Una Donna, un “femminile” con un immenso potere a fare da spartiacque in un contesto storico in cui la lotta tra materialità e spiritualità assumeva contorni violenti. Ferma , stabile nella scelta a monte di ogni altra scelta quella di vivere la sua  intimità spirituale e di Fede nella Chiesa. 

“Ella è Luminosa quanto è fulgido l’astro di Diana, la Fede la Illumina , la speranza l’avvolge in modo mirabile ed abita in Lei il Dono maggiore la “Carità”.* 

Ed è proprio la sua Fede “salda e luminosa” a renderla sicura , capace di suscitare ammirazione e coesione intorno a sé, fino quel riconoscimento da parte di Enrico V  che,  deposto il Padre, Le riconfermerà potere e terre e “Confessò il Re che mai donna simile avea trovato”…..*

Immaginare……che al termine della sua appassionata esistenza , quando la fine si congiunge con l’inizio , il suo Cuore abbia ritrovato anche solo per un istante , la leggerezza e la poesia di quella spensierata bambina che un tempo era stata .

Vita Mathildis (Donizone) 

Storia di Matilde di Canossa :  https://www.youtube.com/watch?v=eErGiuA-A7A

Dante – Purgatorio Canto XXVIII

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