Mi capita spesso di fare foto ai diciottesimi.
Ogni volta un’emozione stupenda nel rivivere il ricordo di quel bellissimo giorno in cui festeggiai io i miei 18 anni.
Mi capita di scrutare la bellezza di quelle ragazze in abiti lunghi, coi capelli raccolti, il trucco un po’ impreciso di chi, da poco, ha imparato a mettersi un mascara e un rossetto…
Più le guardo e più penso: “Wow, sono bellissime!”
Con tempo, ho iniziato ad osservare non solo loro, ma il contesto.
Come sono arrivate qui?
Mi rattrista l’idea.
Le guardo farsi un selfie, due, tre…
Le guardo, mentre, ballando, fanno una storia che finirà direttamente su Instagram: << Caspita, sono prede di un sistema che sta rovinando le nuove generazioni>>.
Non che io alla loro età non avessi un telefono, ma sicuramente non ne avevo uno che potesse andare su internet, e non ho mai avuto una festa da 2000 euro che somigliasse tanto ad un matrimonio.
Penso, a quando da piccola, scendevo nel cortile di casa per giocare con i bambini del palazzo a strega tocca colore, nascondino, guardie e ladri, calcio, e ripenso (ora che ho due bambine) alle ragazzine di 10/11 anni che si ritrovano ai giardini con le amichette per pubblicare un video su tik Tok
Il mondo sta cambiando e cosa stiamo lasciando, insegnando ai nostri figli? Una nota amara, quasi di disgusto.
Fisici da modelle, pance e cosce scoperte, vestite più alla moda di noi 30enni…
Ma a chi si ispirano? Quattro influencer sui social, da imitare, idolatrare perche solo così si ottiene il riconoscimento dalla società!
Che rabbia!
Peccato che, i nostri ragazzi, non sappiano che dietro ogni influencer, ogni fisico “perfetto”, dietro ogni vestito indossato, dietro ogni cibo, ci siano aziende, sponsor, imprenditori che pilotano il gioco e si arricchiscono alle loro spalle…
Vorrei dire alle mie figlie, di stare sveglie, di guardare la qualità e non la quantità, di non diventare un numero, ma battersi per la propria identità. Povertà ed esclusione sociale.
Sminuite e tenute fuori da una società che dà principalmente idee sbagliate di ognuna di loro, mi spiace, perché il “no” di un genitore, che non può permettersi il vestito costoso, il cellulare di tendenza, deve generare responsabilità.
I momenti più belli della vita non si possono auto fotografare, le persone che sanno e riescono ad essere se stesse, e non chi gli altri vorrebbero che fossero, hanno già vinto tutto!
Giorgia Leso,32 anni, mamma imperfettamente perfetta.