“Parmi vedere nel glorioso avvenire della mia patria le famiglie in miglior modo assestate e dirette…. Vedo cessati i contrasti, le usurpazioni, le recriminazioni; cessato il bisogno della dissimulazione, e la tendenza alla falsità, coll’aver posto sopra più salde basi la domestica felicità, e coll’avere permesso alla donna d’innalzarsi alla pari dell’uomo. Vedo la società arricchita dell’ingegno, dei consigli e dell’opera femminile, in quelle faccende almeno che richiedono prontezza di concepimento e di criterio, umanità, e disposizione al sagrificio”*

Sognatrice? Visionaria? O più semplicemente qualcuno che ascoltando la propria voce interiore, ha cercato, con il suo agire, di realizzare ciò che sentiva coerente con la dignità di ogni individuo?

Altruista? Generosa ? Forse qualcuno che metteva avanti a sé un ideale, l’anelito a costruire una società “Illuminata” che si facesse carico dei più deboli traendo da questo la propria immensa forza.

Aristocratica? Povera? Ha vissuto sperimentando entrambe le condizioni, avventurandosi su sentieri impervi, incomprensibili ai più, scoprendo in sé risorse e qualità ogni volta preziose nel proseguo del suo cammino.

Cristina Trivulzio di Belgiojoso. Ho avuto il privilegio di conoscere la sua storia in queste ultime settimane e la forza che traspare dalla sua biografia, dai suoi scritti, è contagiosa; tocca corde che vibrano, quando l’esempio di altri le sfiorano.

Una Vita spesa nell’ardore di creare un futuro che vedesse “Unificata” la sua amata Patria. Unificare : “fare, uno”. Cosa significa oggi ? cosa significava allora? Come possiamo ancora disperderci nel considerarci diversi? Come possiamo ancora vivere nella divisione e nell’indifferenza anziché spendere la propria Vita al servizio dell’Altro?

Lei lo ha fatto.

A Locate, allestendo asili e scuole per i bambini, perché come Lei stessa scriveva : “ I bambini di questo mio paese sono nella più miseranda fra le condizioni umane”.Si spinse oltre, aprendo una scuola professionale femminile e una scuola di tecnica agraria maschile, laboratori artigianali per pittori e restauratori. Trasformò una sala del suo palazzo in un luogo “aperto” caldo e accogliente per le madri e i loro figli. Offrì  pasti e medicine cercando invano di espandere questo progetto ad altre zone della Lombardia.

Costretta in diverse occasioni a lasciare il suo paese si trovò in Francia in alterne vicende economiche a scrivere per riviste dell’epoca, a disegnare e a pubblicare sotto lo pseudonimo di  “La Princesse Ruinée”. Poco Le importava,  forte del suo obiettivo di essere parte del sogno di dar vita ad un modello sociale che poggiasse su basi di comprensione e umanità.

E’ a Roma, nel 1849 durante i mesi della battaglia a difesa della “Repubblica Romana”, che organizzerà in prima linea, l’assistenza ospedaliera. All’incirca negli stessi anni un’altra donna in Inghilterra consacrò la sua Vita all’assistenza sui campi di battaglia, divenne nota come la “signora con la lanterna” , Florence Nightingale; antesignane entrambe di quello che diverrà il servizio di soccorso della Croce Rossa Internazionale.

L’attività  giornalistica di Cristina sarà nuovamente un prezioso aiuto durante il periodo in cui vivrà insieme alla figlia Maria e ad alcuni altri esuli in Asia Minore, vicino all’odierna Ankara. I racconti che inviava alle testate giornalistiche dall’Oriente le consentiranno di mantenersi fino al 1855, quando un’amnistia l’ autorizzò a rientrare a Locate. Continuò il suo impegno politico e sociale fino al 1861.

E’ il Risorgimento italiano, è la forza di un’idea , Cristina e con Lei tanti altri, donne e uomini che ci parlano della nostra storia, in cui affondare le radici, in cui trovare nutrimento e sostegno, per dar Vita a nuovi sogni che raccontino di Pace.

2010 Rivoluzione dei Gelsomini: una donna tunisina, rispondendo ad un giornalista che le chiedeva dove trovasse la forza per vivere quei giorni difficili, rispose:” Les véritables changements commencent dans l’intimité”.

E’ da qui che è possibile partire, dall’intimo soffio che ci anima, dal ritrovare prima di tutto in noi stessi l’Unità. La nostra parte intuitiva, creativa, femminile, sostenuta e protetta , come un fiore prezioso, dalla parte maschile. Percepirlo in noi per poterlo costruire intorno a noi: la famiglia, i luoghi che abitiamo, come cerchi concentrici che si espandono e dilagano in un moto crescente di apertura.

“Vogliano le donne felici ed onorate dei tempi avvenire rivolgere tratto il pensiero ai dolori ed alle umiliazioni delle donne che le precedettero nella vita, e ricordare con qualche gratitudine i nomi di quelle che loro apersero e prepararono la via alla non mai prima goduta, forse appena sognata, felicità!”*

Nel rendere omaggio a Cristina e a tutte le donne che come Lei hanno intessuto e tessono sottili e preziose trame di luce, c’è la speranza che sia questo il Tempo in cui costruire la “forse appena sognata , felicità”.

 

  • Cristina Trivulzio di Belgiosioso “ Della presente condizione delle donne e del loro avvenire, in Nuova Antologia vol.I nr. 1 , 1866 .  *   www.cristinabelgiojoso.it

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