È il 26 agosto del 1768: la nave, la HR Bark Endeavour, prende il largo.
Dopo mesi di preparazione, e dieci giorni di attesa in porto, il vento è cambiato, si alza sulla rada di Plymouth e si può iniziare la navigazione.
Endeavour “Tentativo”. Varata nel 1764 con il nome di Earl of Pembroke, era usata per il trasporto di carbone, baleniera. Nel 1768 venne acquistata dalla Royal Navy, le venne aggiunto un albero trasformandola in brigantino a tre alberi e rinominata Endeavour. Lunga 32 metri e larga 9, poteva portare a bordo un equipaggio di 90 persone. La Royal Society chiese a re Giorgio III di finanziare una spedizione nel Pacifico per osservare il transito di Venere sul Sole e misurare con precisione la distanza Terra-Sole. Il re sfruttò l’occasione per finanziare una spedizione alla ricerca della Terra Australis Incognita, il misterioso continente che nel Settecento si favoleggiava esistesse nell’emisfero meridionale. Dopo 3 anni di avventure marine, geografiche, antropologiche, astronomiche, scientifiche e, editoriali, sarà una nave leggendaria. La comanda un tenente, promosso per l’occasione, James Cook (1728-1779): talento, coraggio, perizia cartografica, matematica e navale, mano ferma, prudenza e spirito critico.
A bordo, un giovane botanico appassionato, che ha chiesto alla Royal Society, di cui è socio, e che parte in l’ha finanziata, Joseph Banks (1743-1820). Cook ha 40 anni, Banks 25.
Banks ha un appuntamento con il futuro, con la comunità scientifica e, con la Natura, la botanica. Piante mai viste.
A Madeira, in Brasile, nella Terra del Fuoco, fino alla messe strepitosa dei Mari del Sud e della fantastica Australia. “Il bottino” è fantasmagorico: 30 mila specimen di piante (1.300 ignote alla scienza di allora, 955 disegnate, dal vero da Sydney Parkinson e Alexander Buchan, 280 già convertite in acquerelli elegantissimi con note botaniche). A bordo anche due naturalisti di cui uno Daniel Solander, allievo di Linneo.
La Endeavour ha un appuntamento con Venere. Sarà osservabile a Tahiti il 3 giugno del 1769. Grazie a opportuni e rigorosi calcoli trigonometrici si potrà conoscere la distanza esatta della Terra dal Sole. Passato il momento astronomico, punta prua verso Sud. Il 6 ottobre arriva in Nuova Zelanda (secondo europeo dopo l’olandese Abel Tasman nel 1642). Il 29 aprile 1770 sbarca a Botany Bay (il nome scelto da Banks), naturalisticamente un paradiso di piante ignote presso Sydney: primo europeo a mettere piede in Australia. La nave ritorna in Inghilterra, dopo il giro del mondo, il 12 luglio 1771.
Storia di Uomini, di Piante, di Navi.
Nel 1770 «scopre» l’Australia, poi viene venduta e nel 1778 venne fatta affondare davanti a Newport (Rhode Island) nella guerra di indipendenza americana.
Cook fece altre due spedizioni nel Pacifico e venne ucciso durante uno scontro con gli indigeni alle Hawaii il 14 febbraio 1779.
L’opera di Banks, si “perde” nella polvere del tempo, passeranno 160 anni per pubblicarla. Oggi, è stampato per la Collana Grandi Opere, Einaudi, Torino.
La storia di Joseph Banks è la storia dell’innamoramento inscindibile di sapere e bellezza. Non c’è l’uno senza l’altro. Questo l’insegnamento che ci giunge da queste pagine floreali delicate, fragili e immortali come sanno essere le storie più belle che raccontano gli eroi dimenticati e come sanno i lettori che a queste storie vogliono appassionarsi. Il vento della bellezza soffia sempre, più forte di tutto, e, a seguirlo con tenacia, consente navigazioni impreviste e imprevedibili, che approdano anche dopo molti anni. Un tempo senza tempo.
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Florilegio dell’altro mondo di Stefano Salis, Domenica Il Sole24Ore, 26 novembre 2017