“The golden rule of conduct is mutual toleration, seeing that we will never all think alike and we shall always see Truth in fragment and from different points of vision.” (Gandhi)
Accoglienza non è integrazione.
Ecumenismo è il contrario di sincretismo.
Ovvero come non può esserci Medicina Integrata.
L’incontro-confronto quotidiano presuppone l’identità, che non ha paura dell’accoglienza,
l’etica dell’Ospitalità reciproca. Dove ethos è dimora. Luogo in cui abita l’Uomo.
L’ospitalità non è un optional da utilizzare a intermittenza, a seconda della convenienza, ma un dovere in cui le radici affondano nell’essenza stessa dell’Uomo che in primo luogo è un Ospite.
Se non abbiamo identità e, come noi i nostri interlocutori, il dialogo non funziona. Con il dialogo possiamo avere una migliore conoscenza della rispettiva appartenenza. Un proverbio tedesco dice: ‘colui che conosce solo l’Inghilterra, non conosce ancora l’Inghilterra. Con gli occhi di altri, possiamo scoprire molti aspetti della nostra realtà. Per questo è un arricchimento”.
Il fondamento del dialogo è lo scambio di idee e di teorie.
Nessuna è così ricca da non aver necessità di arricchimento da altri;
nessuna è così povera da non poter dare un contributo.
Accoglienza della cultura richiede uno scambio.
Cultura è insieme di tratti distintivi, spirituali, materiali, intellettuali e affettivi che caratterizzano una società. Permette l’appartenenza di un gruppo e, quando le Medicine divergono, dobbiamo confrontarci con le nostre rappresentazioni e pregiudizi che spesso diventano categorizzazioni irreali, sia nell’etnocentrismo, sia nell’integrazione che diventa relativismo.
Occorre curiosità, rispetto delle tante Anime.
La Medicina, nata nel mondo del mito, nella sua metamorfosi in Bio Medicina deve ricordarsi dei fondamenti per cui esiste: l’Altro, il Pathos (universale ma interpretato individualmente).
Senza dimenticarsi che allopatia era il termine riservato alla Medicina Ippocratica della teoria degli umori.