Per secoli, i viaggiatori che andavano in barca da Venezia verso Murano facevano tappa all’ isola di San Michele (che ospita oggi il cimitero) per visitarne il convento camaldonese, imbattendosi nella grande mappa del mondo (un tondo di circa due metri di diametro, incorniciato in un telaio quasi-quadrato), disegnata alla metà del Quattrocento da frà Mauro.
Il capolavoro è il canto del cigno della geografica precolombiana. Alla vigilia delle grandi scoperte oceaniche raccoglie e ordina i frutti della conoscenza di Europa, Asia e Africa ,accumulata da mercanti e navigatori veneziani durante il medioevo.
Commissionato dalla corona di Portogallo, restò sempre a Venezia.
L’èquipe attinse dalle antiche mappe, frutto diretto di conoscenze di Marco Polo, nozioni della geografia araba dell’Africa, di cui la mappa propone una circumnavigazione.
In un portale in internet (engineering historical methods), Nanetti e I suoi collaboratori riversano testi e immagini, una riproduzione ad altissima definizione del mappamondo. Permette di navigare, nei dati disponibili stabilendo nuove connessioni, scoprendo quel che prima bisognava cercare tra le pagine.