“La mia piccola Sama” – La giornalista Waad al-Kateab racconta la vita nella città siriana di Aleppo tra bombardamenti e la forza insopportabile della vita.
Il docufilm vincitore del Golden Globe e dell’Efa, è un film indimenticabile.
I bambini, i loro corpi esanimi e feriti brutalmente, spiegano tutto l’orrore della guerra, o anche tutta la potenza della vita. Una donna ferita, è incinta al nono mese, è una corsa contro il tempo, i medici estraggono dal grembo il neonato che non ha apparentemente battito. Il suo corpo non sembra appartenere a un essere vivente. Un medico lo scuote fino a quando un pianto proviene da quel corpo biancastro. È il grido di chi ha terminato la sua vita nel grembo e inizia quella vera.
Il coraggio di rimanere nella città, un tempo verdeggiante, che è ormai un insieme di rovine, sembra senza spiegazioni.
Il bambino, nella sua infantile ostinazione, porta avanti quel coraggio che anima anche le vite di coloro la cui resistenza ad Aleppo è silenziosa e tenace.
La luce continua a brillare mentre nel cuore si (con)fondono speranza e sofferenza.
Incontrando questa gente ho imparato cosa significa accogliere le difficoltà dell’altro creando uno spazio di accoglienza.