La settimana della Bellezza

Un viaggio verso la Bellezza, verso la ricerca di Senso.

Siamo a La Limonaia di Cesare Grandi.
Davanti ad una parete di rame,
sulla quale sembrano crescere,
indomite e maestose,
geometrie di cavolo romanesco.

Colore, forma, ritmo, spessore, dinamicità
danno vita ad un quadro senza tempo,
o forse al di là del tempo,
del nostro Tempo.

“C’è un tempo per partire e uno per tornare.
C’è un tempo per sbagliare e uno per rimediare.
C’è un tempo per tergiversare e uno per decidere.
C’è il tempo passato, il tempo che verrà, il tempo perso.
E poi c’è il tempo più importante: il tempo di ora.
Vivilo, perché il tempo non aspetta tempo,
e il tempo passa, senza aspettare i tuoi tempi”.

(L. Roselli)

Le lastre della parete, recuperate dal tetto, segnate dagli agenti atmosferici, e battute a mano,
evocano il tempo in cui il rame veniva martellato a freddo,
prima di conoscerne la temperatura di fusione a 1083 °C.
Un viaggio all’indietro fino all’età del rame, tra il neolitico e l’età del bronzo,
quando la pietra rimaneva elemento essenziale
mentre il metallo era riservato ad un artigianato raffinato.
Primo metallo della nostra Storia: “Oro rosso”.
Lo stesso di cui erano costituiti i tubi idraulici nella piramide di Abusir nel 2750 a.C.,
lo stesso con cui Dio comandò Mosè di costruire una vasca per le purificazioni (Esodo 38,8),
lo stesso in cui Cesare serve i suoi piatti.  

Tra tempo e spazio. Cuprum, o rame di Cipro (così definito da Plinio il Vecchio per la sua grande presenza sull’isola di Cipro,principale zona estrattiva nell’antichità), da dove viene la più pregiata polvere della bellezza, la cipria. Luogo dei natali alla dea Afrodite.
Bellezza. La Venere, che Botticelli ritrae nel momento della nascita. Figlia di Oceano e Urano, simbolo di unione tra mare e cielo, acqua ed aria. Generata da una madreperla (Ca), al largo dell’isola di Cipro (Cu), accolta da Eolo, sposa di Efesto (S), amante di Marte (Fe)[1].

Mito per sigillare il segreto, agli albori dell’Alchimia.

Una parete per catturare il Tempo, per eternare la Bellezza.

Teatro di una imprevista evoluzione vegetale, del rapporto mai pacificato, problematico e dinamico, tra uomo e natura. I frattali del cavolo romanesco si ripetono, uguali in scala diversa, e rimandano ad una struttura primordiale di organizzazione dello spazio che continua ad ispirare scienza e tecnologia. Come può esservi l’insensatezza di Schopenhauer davanti a tale geometria? In questo viaggio verso la bellezza, Platone ed Hegel, davanti a questa parete, avrebbero mangiato “divinamente”, sognando Dio e la matematica del mondo che crea Bellezza. A La Limonaia, un’esperienza nell’esperienza, coerente con il territorio, gastronomicamente introvabile fuori. Arte e medicina si sposano, e mangiare al museo diventa capolavoro[2]. Il frattale vegetale trasforma la parete e sposta continuamente il peso della visione dal rosso al verde, dall’opera di trasformazione umana, all’incessante e irriducibile evoluzione naturale. La ricerca di un punto di equilibrio, di una nuova armonia, di una idea di sostenibilità rappresenta una tensione continua, frutto della perenne danza tra uomo e natura.

Ossimoro di questa natura morta, brulicante e viva.
Autopoiesi in movimento, autoriproduzione delle forme, conquista dello spazio,
Rivendicazione della propria presenza, debordante ed estesa, ricamo della vita.

Per un mondo che sogna Bellezza, per una Bellezza che crea Futuro.

Arianna Ballati

Opera di Caterina Sbrana, STUDIO17 – Geografia Vegetale. 2021

[1] Grandi, M., Florilegio. https://www.etnopharma.com/product-page/florilegio

[2] Riccardo Piaggio, Quando mangiare al museo è un vero capolavoro. IlSole24Ore.

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