Articolo di Luchina Branciani
METAMORFOSI DELLA PSYCHÉ
La vita si manifesta nel creato che siamo noi stessi e in tutto ciò che ci circonda.
Per “spiegare” innanzitutto a se stesso tale meraviglia, l’uomo ha da sempre cercato e trovato nel mondo della creazione i simboli che rappresentano tale mistero, come disvelandolo.
La farfalla nata dalla metamorfosi dal bruco, con le sue ali colorate di luce e il suo volo misterioso ha richiamato sin dai tempi più antichi alla mente il mistero dell’anima e del respiro vitale.
Da Occidente a Oriente la farfalla parla all’umanità del ciclo delle vita e della sua complessità.
Nella cultura dell’antica Grecia e di Roma antica così come nel mondo giapponese e cinese, ad esempio, le farfalle sono segno del ciclo della vita e della morte, dato che sono anche simbolo delle anime dei defunti. Vi sono al contempo simbolo di felicità e di amore…
Nel mondo cristiano, la metamorfosi della farfalla è vista come simbolo della Resurrezione di Cristo…
C’è una conoscenza profonda che unisce l’uomo al simbolo della farfalla quando riflettiamo sul fatto che presso i nostri antenati greci il nome che la definiva, Ψυχή era lo stesso che indicava l’anima e il respiro: dato che il termine psyché si riferisce tanto alla sfera psichica, ovvero a un’anima sensibile e a una mente riflessiva, quanto al respiro, ovvero al soffio vitale, che dà la vita, è possibile ravvisare nel medesimo lemma, il mistero del respiro che dona al corpo l’anima e la mente.
È in effetti attraverso il respiro (che è in noi una funzione volontaria ed involontaria insieme), che possiamo portare energia alla nostra mente e al nostro corpo: proprio tale consapevolezza è alla base di antichi riti e pratiche di meditazione e di preghiera.
L’unione del respiro e del nome di Gesù era presso i monaci orientali dei primi secoli dell’era cristiana la via per avere nel cuore Cristo e ricevere il dono dello Spirito Santo (la cosiddetta Preghiera del Cuore).
Ancora oggi è il centro pulsante dello yoga.
Pratiche connesse all’ampio campo della psicologia fanno propria tale consapevolezza: basti pensare alla Vegetoterapia di Wilhelm Reich (fondatore della psicoterapia corporea ed ideatore del concetto di identità funzionale di psiche e soma), la Bioenergetica di Alexander Lowen, la Respirazione olotropica di Stanislaw Grof fino al Rebirthing di Leonard Orr. Pratiche meravigliose ed efficaci, diverse per qualità ma affini nelle mete: l’armonia corpo mente, la crescita personale e lo sviluppo del potenziale umano insito in ognuno di noi[1].
In questa luce è possibile cogliere più efficacemente anche i molteplici e profondi aspetti connessi al mito della farfalla /psyché , simbolo dell’anima e della sua purezza.
In una favola scaturita nel II secolo d. C. dalla penna di Apuleio, in un libro quale le Memorfosi, che ha costituito una delle più attestate fonti narrative del genere letterario legate al romanzo greco, dall’antichità al Medioevo, al Rinascimento, all’epoca Neoclassica e moderna, il mito di Amore e Psiche ci introduce nelle diverse metafore della conoscenza e dell’Amore nonché della meravigliosa vittoria nella loro possibile armonizzazione, qualora possano superare le barriere dell’ignoranza intesa come “non conoscenza”: nelle vicende della giovane Psiche e nelle peripezie, che ella attraversa in una sorta di percorso iniziatico per congiungersi per sempre all’amato che è l’Amore stesso, è emblematicamente racchiuso il senso della vita come apertura alla dimensione più autentica dell’uomo.
Così Canova nel Settecento, raffigurando l’eterna vicenda di Amore e Psiche, raffigurò Psiche nell’atto di mettere nelle mani di Amore la sua anima pura, o meglio se stessa come come una Farfalla – Psyché appunto…
NOTE
[1] Luciana Rasicci in /www.lucianarasicci.it/archives/3092.