Maurizio Grandi e Erica Poli

Oggi si chiama Coronavirus, domani chissà.

È probabile, come ha affermato Walter Ricciardi, Consiglio esecutivo dell’Organizzazione mondiale della Sanità, che l’allarme possa finire a maggio/giugno, come la Sars”. L’Italia tristemente sul podio, prima tra i Paesi Europei contagiati: la punta di un iceberg, annunciato dai virologi, non dalla Cina che ha comunicato in ritardo, consentendo lo spostamento interno di milioni di persone e decine di migliaia nel mondo.

Probabilmente l’emergenza Coronavirus nel giro di qualche mese rientrerà e il COVID 19 nella testa delle persone sarà solo un ricordo, come la SARS.

Non sarà così naturalmente per i familiari delle vittime e per i ricercatori.

Neanche per la nostra economia, e per la nostra “reputazione”, bollati per un bel po’ come Paese a rischio, con le solite dinamiche politiche tragiche o comiche che le si voglia vedere.

“Stiamo vedendo un protezionismo causato da un evento e quanto per l’Italia la chiusura improvvisa di un mercato diventi un problema: non siamo un paese di materie prime ma vendiamo il manufatto» (Ivan Scalfarotto , Sole24Ore)

E per la coscienza collettiva?

Cosa lascerà?

Passerà il concetto che il Coronavirus è la punta di un iceberg di fenomeni ben più profondi?

Ecco alcuni dati, apparentemente slegati, ma non troppo.

841 milioni di persone muoiono di fame nel mondo, mentre 641 milioni nei Paesi sviluppati sono obese.

Paradosso grottesco del villaggio globale, mentre 5,6 milioni di bambini sotto i 3 anni sono morti nel 2016: 38% in Africa e 39% in Asia.

Asia: la Cina con le sue epidemie è vicina da secoli e secoli: XIV secolo, pandemia di peste nera, iniziata in Cina, 1580 pandemia di influenza dall’Asia, 1641-44 la Peste dei Ming, 1894-95 fino ad oggi forse in stati come India, Mongolia, Manciuria, Cina, la Peste di Bombay, 1968-69 influenza detta la Hong Kong  ceppo AH3N2, Aviaria, epidemia mondiale, 2003 -2004 quasi pandemia di SARS.

Africa: Suez, le cavallette.

70mila ettari invasi tra Kenia ,Gibuti, Somalia, Etiopia, Sud Sudan. (Daniele Donati, FAO, Emergency and Resillience Division.)

Crescono su entrambe le sponde del Mar Rosso: Yemen, Arabia Saudita, come la piaga biblica.

Sciami con fronte di 40km x 60km: 2.400 km2, viaggiano alla velocità di 150 km giornalieri, distruggono in un giorno il pasto per 85milioni di persone. Un decimo degli abitanti di Etiopia, Kenya e Somalia rischia la morte. Lo spettro di CINAFRICA.

Le piante, gli animali, gli insetti reagiscono a pericoli conosciuti ed abituali.

La globalizzazione apre a container di merci, insetti, patogeni.

Distruggiamo colture italiane, compriamo all’estero cibo contaminato, favoriamo lo scambio di persone e virus, effetto collaterale della «miracolosa» globalizzazione.

Intanto se le aziende ridurranno la produzione e l’occupazione sarà colpa del virus.

Il grande alibi.

Un altro dato: la Cina deve sfamare il 21% della popolazione del mondo, con il solo 9% di terra coltivabile.

Strategia: utilizzare culture OGM, comprare azioni di imprese agricole, comprare azioni di aziende con sementi geneticamente modificate.

2016: China National Chemical (Chemchina) compra Syngenta per 39,8 miliardi di euro. Syngenta ha 6800 varietà registrate, divide il mercato con Monsanto e Dow Du Pont.

«C’è sempre meno terra coltivabile, biotecnologia e sementi modificati sono il futuro» (Banca Britannica HSBC), LeFigaro, 3/2/2019, Agrapress, rassegna estera n. 1149

E così nella miracolosa globalizzazione, i Cinesi produrranno pomodori, zucchine e melanzane. Gli italiani soia e girasole.

Tanto per fare un esempio: Rean Jiaxin presidente Chemchina, patrimonio liquido personale 500 milioni , ha comprato azioni di:

Poste Italiane,

Pirelli, 100%,

Ansaldo Energia,

CDP (Cassa deposito prestiti) ,

Italgas, Termai, Snam.

Settore Agro alimentare: 345 aziende dove hanno valore solo varietà mercificabili che creano profitto

Il cambiamento è evidente a tutti, ma non ai ricchi del mondo, a Davos.

Per Loro, compito delle Aziende è creare valore per gli azionisti: SHARE holder

Non valore all’insieme delle realtà sociali, ambientali, culturali connesse: SHAKE holder. Forum Ariad: il fondo monetario riduce al 3, 2% la stima di crescita.

Il virus mette in evidenza la necessità di stimoli di bilancio globali (OCSE), la necessità di un ripensamento dell’economia globale: lo faremo?

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