“La stessa corrente di vita che scorre nelle mie vene,
 notte e giorno scorre per il mondo
e danza in ritmica misura” (Tagore)

Batte circa tre miliardi di volte in una vita, muove settemilacinquecento litri di sangue al giorno per duecentocinquantamila chilometri di vasi in una sola persona: è il cuore.

Appoggia sul diaframma ed è avvolto da una guaina protettiva, il pericardio, è grande come un pugno e alloggia al centro del torace, leggermente inclinato a sinistra, fra i due polmoni, protetto dalla gabbia toracica.

Comincia a svilupparsi nella seconda settimana di gestazione e si completa alla decima: le cellule che lo compongono iniziano a battere quando l’embrione ha circa ventidue giorni e quando il cervello non è ancora formato. Queste cellule si differenziano, si riuniscono e danno origine al tubo cardiaco, che ripiegandosi e girando su se stesso, in modo ancora misterioso, dà al cuore la forma che tutti conosciamo.

Il battito caratteristico che ci accompagna per tutta la vita nasce da uno stimolo elettrico che parte dal nodo seno-atriale e si diffonde a tutte le regioni cardiache; proprio da questo suono ritmico ha origine la parola cuore, che deriva dalla radice indoeuropea Skar o Skard nel senso di balzellare, saltare, vibrare.

Gli antichi sciamani ritenevano che fosse stata un’antica vibrazione primordiale a dare origine all’Universo creando il cuore pulsante e vitale di ogni cosa e costruirono i loro tamburi per riprodurre questa pulsazione primordiale che consideravano il suono origine della natura reale dell’Universo.

Una pulsazione che è contrazione ed estensione e che ripetuta dalla vibrazione profonda dei tamburi porta il cuore a seguirne il ritmo e ricorda il battito del cuore della madre, primo suono percepito dall’uomo in fieri nel ventre materno, memoria embrionale e curativa.

La sua frequenza risuona con quella della terra a 7,8 hertz, creando un campo energetico più ampio e potente di tutti quelli generati da qualsiasi altro organo del corpo, compreso il cervello.

Dunque il cuore non è solo un muscolo che pompa sangue, ma è molto di più.

Al suo interno vive una complessa rete di circa quarantamila neuroni, collegati tra loro esattamente come quelli del cervello, ma indipendenti da esso; una rete di cellule neuronali in grado di imparare, ricordare, sentire, percepire e prendere decisioni.

Sappiamo che dalla nostra testa arrivano al sistema nervoso autonomo, nello specifico tramite il nervo vago, segnali al cuore che agiscono su pressione, battito, ritmo e ormoni. Quello che è meno risaputo, è che ci sono informazioni che dal cuore vanno al cervello, e che le fibre coinvolte nella comunicazione cuore – cervello sono molte di più di quelle coinvolte nella comunicazione cervello-cuore. Questo significa solo una cosa: che sono più le informazioni che vanno dal cuore al cervello, che il contrario.

Il cuore è anche una ghiandola endocrina: produce un ormone che si chiama peptide natriuretico atriale e svolge un ruolo molto importante nel regolare la pressione sanguigna, l’equilibrio elettrolitico, i reni, le ghiandole surrenali e alcuni centri regolatori cerebrali. Inoltre produce e rilascia alcune catecolamine come la dopamina e la noradrenalina, e più recentemente si è scoperto che produce anche l’ossitocina che rilascia nel corpo. L’ossitocina agisce positivamente sui legami di coppia e sulla loro durata, sui legami di amicizia favorendo il desiderio di stare con gli altri (forse anche per questo rappresentiamo i legami amorosi e amicali con un cuore?), sulla concentrazione e sull’apprendimento: la quantità che il cuore produce è uguale a quella prodotta dal cervello.

Da ultimo il cuore genera un campo elettromagnetico che è circa cento volte più forte di quello del cervello e di fatto più potente di quello degli altri organi, ha un diametro di più o meno tre metri e si estende in tutto lo spazio che lo circonda, reagendo agli stati emozionali; si è osservato che quando si è turbati (paura, stress, frustrazione), il campo diventa caotico e disordinato (spettro incoerente), quando invece viviamo stati di apprezzamento, gratitudine, compassione, perdono, il campo assume un aspetto molto più ordinato (spettro coerente).

Il cuore, dunque, comunica attraverso i neuroni, la produzione di ormoni, il suo battito e le onde elettromagnetiche che esso genera, portando le informazioni a tutto il corpo.

Il campo del cuore agisce come un’onda che porta le informazioni sincronizzando tutto il corpo in un’unica meravigliosa armonia. Le informazioni codificate agiscono in-formando (dando forma) l’attività di tutte le funzioni corporee, per coordinare e sincronizzare i processi nel corpo. Questa prospettiva suggerisce che il campo sia fatto di energia e di informazioni che vengono veicolate attraverso la vibrazione.

La vibrazione, quindi, trasmette informazioni sullo stato emotivo che possono essere percepite sia all’interno che all’esterno del corpo: i modelli ritmici del cuore cambiano in modo significativo a seconda delle emozioni che sperimentiamo e tali cambiamenti influiscono sull’efficienza e l’armonia nelle interazioni dei sistemi del corpo; tanto più è coerente lo spettro, tanto più saranno armoniose le interazioni all’interno del corpo.

E noi possiamo influire su quest’armonia?

Francesca Disperati – studentessa del Corso di Alta Formazione in Antropologia della Salute nei Sistemi Complessi 2020 -2021

Per vedere la discussione della Tesi: https://youtu.be/ef2aQbNxWtw

Immagine di copertina: Ivana Lena Besevic “The Power” https://artofivanabesevic.artstation.com/projects/0noz6V

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