<<Per affermare la scienza come cultura bisogna rendere la popolazione consapevole di cosa è la scienza, di come la scienza e la cultura si intreccino l’una con l’altra, sia nel loro sviluppo storico sia nella pratica dei nostri giorni.>> (Giorgio Parisi)

Fare scienza significa basarsi sulle << sensate esperienze>> e sulle << dimostrazioni necessarie>>. Fare cultura è cercare di rendere le conoscenze e le scoperte scientifiche un patrimonio diffuso, condiviso, accessibile a tutti.

Una campagna di alfabetizzazione scientifica deve inventare strategie di comunicazione per permettere a tutti di capire ciò che è cambiato dal passato e quali siano le sfide del futuro. Colmando distanze, attuando politiche culturali e dell’educazione che abbiano come obiettivo il formare << i cittadini del tempo presente: più consapevoli, più liberi di pensare e di fare>>.

Accogliere con stupore resta un ideale che porta la voglia di scommettere sulla possibilità

di vita nuova, dove ciò che ci circonda è tristezza, sconfitta.

Il problema atavico della società italiana è la debolezza della sua classe dirigente, e della relativa cultura. Chi dirige avrebbe il dovere morale di guardare oltre i propri interessi e promuovere il cambiamento della società. Capace non solo di difendere i diritti e le posizioni acquisite, ma di guardare al futuro e promuovere il cambiamento.

Oggi è il tempo della “razza padrona”, lontana da ogni ideale.

Dove, <<Ideale>> è ciò che scegliamo consapevolmente, meta cui tendere. Per cui si è disposti a investire tutte le nostre energie per raggiungerla.

  <<Gli ideali son come le stelle: non li raggiungeremo mai, però, come il navigatore sulle acque deserte dell’oceano, li scegliamo come guida e, seguendoli, raggiungiamo il nostro destino>>. (Carl Christian Schurz).

È l’inspiegabile fascino di ciò che sappiamo di non poter mai conquistare che assicura orientamento al nostro cammino e ne sostiene la fatica. Arma vincente contro la rassegnata ragionevolezza che tende a sterilizzare l’immaginazione e a rallentare la visione.

Visione dal latino idealis, dal greco ἰδεῖν(vedere): alzare lo sguardo e volgerlo verso ciò che sta avanti. Più avanti di dove sto col mio corpo, con il mio cuore e con la mia intelligenza.

Per trasformare il corpo in presenza che comunica emozioni e voglia di esserci;

il cuore nel luogo in cui trovano spazio sentimenti e desideri non preventivati;

l’intelligenza in condizione indisponibile a barattare ciò che più la caratterizza:

la curiositas e la libertà di <<pensare in grande>>.

Maurizio Grandi

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