Retaggio di tradizioni preistoriche per la conservazione della natura, i boschi sacri sono zone di foresta che le comunità rurali proteggono e venerano come inviolabili. Credenze spirituali profondamente radicate fanno si che all’interno dei loro limiti non si abbatta nessun albero.
Ricolmi di tesori, ultimo rifugio per alberi antichi e magnifici.
Un tempo erano diffusi nel nostro Vecchio Continente (compaiono nei classici greci e sanscriti) ma furono cancellati dall’arrivo della cristianità e del suo antropocentrismo. Le chiese cristiane, con i loro pilastri torreggianti e la luce che filtra dalle vetrate colorate, richiamavano la sacralità del bosco, ancora sopravvissuto in Medio Oriente, Africa e Asia.
La crisi ecologica, causata dall’inarrestabile sfruttamento commerciale delle risorse naturali, ha alimentato un ritorno e una rinascita di questi valori di rispetto per la natura, troppo spesso derisi come superstizioni primitive. La conservazione (bottom-up) delle foreste mondiali è ottenuta attraverso i gruppi locali che vivono al loro interno, almeno nel 40%. “Gente di ecosistema” che vive a stretto contatto con la natura.
Il bosco era sopravvissuto perché era sacro a una dea madre locale, così come le fonti di acqua dolce che nel 30% erano protetti e inviolabili.
La necessità di proteggere la foresta è più urgente da quando gli esseri umani iniziarono le coltivazioni, alterando gli ecosistemi originali. Prima si disboscavano appezzamenti di foresta da coltivare, per poi abbandonarli dopo due o tre anni a favore di una zona nuova, in un processo di coltura itinerante.
Attraverso il colonialismo e il neocolonialismo sono stati sfruttati i beni collettivi delle popolazioni autoctone. Le risorse passarono da un regime di “controllo comunitario” a uno di “libero accesso”.
Dalle “Genti di ecosistema” alle “Genti di biosfera” che vedono la foresta come fonte di legname, minerali o energia idroelettrica e considerano la gente di ecosistema come forza lavoro a basso costo o come ostacolo all’accesso alle risorse che vuole.
Gli anziani raccontano che in passato fino al 30% del territorio e delle risorse idriche era totalmente protetto nei luoghi sacri.
Solo quando i boschi sacri sparivano si iniziò a capire che avevano offerto un servizio per l’ecosistema, in particolare contro il fuoco. Gli incendi appiccati per disboscare si fermavano quando raggiungevano l’ umida foresta pluviale. Anche se le credenze spirituali lasciano il passo a quelle secolari, i boschi sacri possono e devono sopravvivere o addirittura essere creati ex novo ,i lottando contro interessi economici e politici che vogliono appropriarsi del legname, dei minerali, della terra e dell’acqua per il consumo della gente di biosfera. In tutto il mondo, movimenti popolari, abitanti locali si stanno opponendo alle dighe in Brasile, alle miniere in Nuova Guinea e alla sostituzione della foresta pluviale con le piantagioni di palma da olio di Indonesia. Questi difensori popolari dell’ambiente vengono soppressi con la forza, ma vincono una battaglia importante: rieducarci a essere uniti con gli elementi della natura in un unico ecosistema chiamato Madre Terra e in un solo sociosistema chiamato Relazioni Umane.
Sostentabitá Ambientale e Sostentabilitá
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