Ogni cervello è diverso dall’altro.
Ognuno caratterizzato dalla propria unicità neurologica.
Pattern complessi di reti che si intrecciano e si coordinano per dare vita a orchestre diverse, quelle espresse dai talenti di ciascun essere umano.
Neurodiversità è biodiversità.
(Judy Singer, 1998).

Quando la diversità neurologica diventa un limite e le connessioni perdono ritmo e coerenza si entra nel mondo complesso della neurodivergenza e dei disturbi del neurosviluppo (dal greco veupov (nervo), e dal latino volvere (arrotolare, avvolgere)).
(Kassiane Asasumasu)

Il sistema nervoso è in continua evoluzione e cambiamento: dal bambino all’anziano, tutte le fasce di età sono soggette a disturbi del neurosviluppo.

La cause sono multifattoriali, oltre a fattori genetici predisponenti (Sindrome di Down), concorrono cause ambientali come l’esposizione a sostanze chimiche durante la vita fetale, infezioni, alcol, farmaci, vaccini, stress, alimentazione, inquinanti, campi elettromagnetici.

Sintomi e manifestazioni differiscono in base ai circuiti coinvolti: deficit motori (Sindrome di Tourette, Parkinson, Epilessie), difficoltà nell’interazione sociale (disturbi dello spettro autistico), iperattività comportamentale e agitazione (ADHD – Disturbo da deficit di attenzione/iperattività), difficoltà e disturbi cognitivi quali memoria, attenzione (Alzheimer), lettura, capacità di calcolo, scrittura, linguaggio (dislessia, discalculia, disgrafia, disortografia, ritardo nel linguaggio).

Dalla pelle all’orecchio.
La musica e la vibroacustica come strumenti per restituire il ritmo perduto e ripercorrere le tappe dell’evoluzione.

Il feto sente attraverso la pelle dalla settima settimana grazie a corpuscoli (del Pacini) che rispondono a cambiamenti pressori. Il suono attraversa il liquido amniotico trasformandosi in musica sull’acqua.
Dalla ventesima settimana riconosce la lingua materna e sviluppa memoria/sensazione.

Al sesto mese si forma il sistema uditivo, le onde sonore entrano attraverso il padiglione esterno dell’orecchio e vengono amplificate di 10-15 decibel.

Ascoltare musica, percepirla, fino a suonarla, cantarla e ballarla per riattivare l’orchestra neuronale.

Regioni cerebrali diverse si riattivano con la musica: corteccia motoria, corteccia temporale, cervelletto, gangli della base, corpo calloso. La pratica musicale aumenta lo sviluppo delle fibre bianche che collegano parti diverse del cervello (connettività) e la formazione di nuove sinapsi, aumentando l’intelligenza fluida.

La «Sonata k488» di Mozart facilita il ragionamento e le capacità cognitive (American Psychological Association, 1994).

Architettura e musica hanno bisogno allo stesso tempo di ordine e disordine. La musica si puo’ toccare attraverso le vibrazioni fisiche dell’onda sonora: quando vi avvicinate a un pianoforte, voi sentite la materia del suono. Una musica o un edificio nascondono geometrie e silenzi, una struttura e allo stesso tempo il bisogno di libertà. (Renzo Piano)

“Tre cose sono necessarie per un buon pianista: la testa, il cuore e le dita.”
(Mozart)

Per approfondire, il video della Conferenza Musica e Neurodiversità dello scorso 26 settembre a La Torre, in dialogo con:
Maurizio Grandi
Arianna Ballati (psicologa, neuroscienze)
Giada La Cognata (Tirocinante psicologa a La Torre)
Diana Argirò (Psicologa): sul tema dell’iperdotazione
Cesare Missiroli (Fisioterapista): sul tema dell’autismo

Letture consigliate:

  • Bakker Karen. I suoni segreti della natura. Feltrinelli Furra. 2023
  • Gozzi Andrea. Architetture Sonore, Spazio Suono e musica da Stonhenge al web. Arcana Editore. 2024
  • Rossi Simone. Il cervello elettrico. Raffaello Cortina Editore. 2020
  • Rochon Michel. Il cervello e la musica. Edizioni Lindau. 2024
  • Sacks Oliver. Musicofilia. Racconti sulla musica e il cervello. Adelphi editore. 2007
  • Sanfo Valerio. Musicoterapia. Aemetra. 2015
  • Skille Olav. Il suono a bassa frequenza nella terapia musicale. A cura di Silvio Luigi Feliciani. Aracne editrice. 2010


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