Dal dizionario della lingua italiana di Nicolò Tommaseo e Bernardo Bellini:
Sacro, nell’accezione del termine, che concilia venerazione, rispetto.
Per estens. E’ a noi sacra persona o cosa, non per sentimento propriamente religioso, ma perché da noi riguardata con venerazione e con cura come sogliosi le cose sacre, Sacro dovere (Gasp.Gozzi, lett.). Inoltre, Sacro come opposto al Profano.
“Ogni mito, ogni credenza, ogni figura divina riflette l’esperienza del sacro, e di conseguenza implica le nozioni di essere, di significato, di verità.” (Le Sacré et le profane, Mircea Eliade, 1956).
Suono sacro, perché non esiste un suono profano. Esistono melodie alle quali è sottoposto un testo profano o con significato profano, ma non si può parlare di suono profano perché il suono è sacro in quanto legato alla nascita del Cosmo, il “Big Bang” che ha dato i natali all’Universo del quale siamo tutti parte integrante. (E’ curioso come questo termine sia stato coniato dall’astrofisico britannico nel 1950, Sir Fred Hoyle, grande oppositore della teoria del “Big Bang”).
Si domanda Alfred Tomatis: “E se l’Universo non fosse che un suono?” (Siamo nel 1998 quando pubblica Ascoltare l’Universo) “Siamo liberi di immaginare che il cosmo intero non sia altro che suono. In numerose cosmogonie la nascita dell’universo si identifica con un suono.” … “Secondo la maggior parte dei libri sacri tutto sarebbe nato da un suono supremo.” … “Infatti, se tale affermazione – intuitiva, certo – ritorna continuamente nel corso del tempo e nei punti più diversi del globo, non sarà forse perché proviene da una fonte che si trova ontologicamente nel profondo di ogni essere?” Essendo l’uomo figlio e parte integrante del Creato, esso è suono, quindi, il nostro corpo è suono. Il suono della voce esprime la nostra identità sonora che a sua volta rappresenta il nostro vissuto e il luogo di appartenenza che viene espresso oltre che dall’identità sociale, dal linguaggio che esprime l’identità sociale e culturale. Ma esiste una identità che caratterizza e identifica tutti gli esseri umani indipendentemente dai contesti sociali, culturali, storici e psicofisiologici che viene definita ISO universale (identità sonora universale) da Rolando Benenzon. (La Nuova Musicoterapia, 1997). Benenzon definisce il principio di ISO come “L’insieme infinito delle energie sonore, acustiche e di movimento che appartengono a un individuo e che lo caratterizzano.”
L’insieme di queste identità sonore è Musica.
“La Musica raccoglie l’interiorità della risonanza del mondo; trae dalla memoria percettiva delle assonanze, dissonanze, consonanze che determinano il ritmo e le emozioni della prosodia del vissuto, il continuum del nostro modo di sentire, trattenendo, amplificando, connettendolo in rete. Sorpassa le barriere del tempo e del genere, dell’interiore e dell’esteriore, degli uni, degli altri, dei tanti. Ne percepiamo la potenza della sintassi, la profondità dell’elaborazione, l’eleganza del gioco, la serietà delle interazioni.” (Maurizio Grandi, Risonanza fra Dio e l’Uomo, La Torre, 2014).
… “La Musica sorpassa le barriere del tempo…” Il suono si può coniugare con il tempo? Inteso come “Uno”, come Sacro Suono inerente al primo vagito dell’Universo, o al primo vagito di un bimbo appena nato, non è misurabile in quanto “è” in quel momento. Ma se si fa riferimento al suono come esecuzione vocale o strumentale o ambedue le combinazioni, il tempo inteso come scansione ritmica ha la sua importanza perché ha il compito di coniugare e armonizzare diversi elementi quali testo, con le sue esigenze espressive; strumenti di vario genere, ognuno con le proprie caratteristiche di suono e di espressività.
Altro è pizzicare una corda su un qualsiasi strumento e lasciare che il suono si propaghi nel suo libero fluire come accade emettendo un suono vocale libero in un ambiente grande e molto “risonante”, dove il cemento è sconosciuto e dove i soffitti sono alti…(Albert Einstein affermava che la fantasia è più importante del sapere). Allora immaginiamo che il suono libero da ogni schema formale, si metta a danzare muovendosi flessuosamente da una parte all’altra. Sale, scende, infine stanco, si riposa e pian piano ritorna nel suo silenzio sonoro nell’eco del suono primordiale.
Il 23 luglio 2007 in una intervista condotta da Federico Sala, per l’Avvenire, all’astrofisico Amedeo Balbi, si legge: “Quasi tutti i corpi celesti vibrano come strumenti musicali (…) I suoni che coinvolgono di più sono quelli provenienti dall’origine del cosmo, in questo timbro è contenuto una specie di codice genetico dell’Universo, che allora era in uno stato primordiale”… “Si tratta di suoni nel senso fisico, vibrazioni che attraversano il plasma molto denso dell’Universo primordiale, ma non ascoltabili come suoni che viaggiano nell’aria. Sono state necessarie elaborazioni matematiche per portare quelle vibrazioni alle frequenze ascoltabili dall’uomo” …. “vengono effettuate misure nella banda delle microonde, che è una parte dello spettro elettromagnetico e lì s’incontra un debolissimo segnale di fondo che arriva da qualsiasi direzione del cielo con la stessa intensità: è la radiazione cosmica di fondo.”
Lunedì, 17 Marzo 2014 , intervista di M. Malaspina al presidente dell’INAF (Ist. Naz. di Astrofisica) Giovanni Bignami
Inflazione: c’è la prova. Annuncio dato da Harvard.
“Le impronte che il telescopio antartico BICEP2 ha rilevato debolmente impresse sotto forma di “Modi B” sul segnale in polarizzazione del fondo cosmico a microonde, sono le tracce del primissimo evento nella storia del nostro Universo, avvenuto appena dopo il Big Bang: l’Inflazione cosmica. La fase di violentissima espansione accelerata che l’Universo subì quando aveva soltanto una frazione di secondo.
Da “Il Fatto quotidiano”, 17 Marzo 2014
“Gli scienziati dell’esperimento BICEP2 hanno affermato di aver trovato per la prima volta, le impronte gravitazionali primordiali: increspature dello spazio-tempo originatesi qualche frazione di secondo dopo il Big Bang, come quando si lancia un sasso in uno stagno”.
Da Repubblica “Le Scienze”, 3 Sett. 2015
“Sinora, tuttavia, malgrado siano in corso importanti esperimenti con interferometri a terra, queste onde gravitazionali non sono mai state osservate direttamente”, un obiettivo, questo, che “astrofisici e cosmologi considerano come la conquista di una dimensione totalmente nuova della cosmologia, paragonandole a potenti suoni emessi dall’Universo” e paragonando altresì “la rilevazione di tali onde all’aggiunta del sonoro alla pellicola del cinema muto”.
“La cattura di questi segnali è uno degli scopi principali della cosmologia moderna” afferma lo scienziato John M. Kovac dell’Harvard – Smithsonian Center for Astrophysics che ha guidato il team di BICEP2: “Abbiamo rilevato le onde gravitazionali prodotte dall’Universo bambino durante l’Inflazione cosmica”.
Queste eccezionali notizie non hanno bisogno di commenti.
L’unica domanda è: c’è abbastanza amore nella nostra vita?