Erica Poli e Maurizio Grandi
Come la natura, anche la verità, forse, ama nascondersi.
Oppure, paradossalmente, la verità è così visibile da non poter essere vista che da chi abbia occhi per vedere.
Spesso quegli occhi sono soprattutto domande, sono sguardi che originano interrogativi a cui non si può negare risposta, chiedono viaggi, inducono la ricerca… costano, inevitabilmente, fatica.
La verità, unica nelle sue infinite declinazioni, si offre già tutta, e al contempo si vela, si piega alla distorsione, all’equivoco, fino a sembrare irraggiungibile.
Eppure, per chi desidera sapere, è già tutto scritto e ci sono le intercapedini della storia come varchi per comprendere quel che vive oltre i cicli che si ripetono sempre uguali.
Come un fiume sotterraneo, in un territorio carsico, che crea un mondo parallelo sotto al mondo apparente, così due storie, due letterature, due culture da sempre continuano a decorrere: quella di chi sa leggere e scrivere quel che gli occhi che chiedono possono vedere e quella di chi scrive e legge senza chiedere e senza vedere. Due versioni del mondo, due storie dell’umanità. Per ogni personaggio forte della storia, due versioni della sua verità. Per ogni evento cruciale, due versioni del suo accadere.
Quella di chi ha paura della verità e quella di chi non può rinunciarvi.
Chi vuole allora la verità? Chi è disposto a guardare quel che si vede?
Maddalena, o meglio Maria di Magdala: in fondo non serve neppure ricorrere ai Vangeli apocrifi o gnostici, per rendersi conto del gioco delle storie.
Perché, a dispetto di quel che rimane ancora conficcato nell’opinione comune e nella cultura di massa, nei Vangeli canonici, c’è già materiale per interrogarsi per i prossimi secoli.
Maria di Magdala, non è affatto una prostituta: nel Vangelo è cugina di Maria, colta, ricca tanto da essere insieme a Susanna e Giovanna (Vangelo di Luca 8:2-3) colei che finanzia l’opera di Gesù.
È solo nel 591 che Papa Gregorio Magno la identifica nell’adultera redenta, e inevitabilmente ci si chiede quale sia il senso di quel discredito…
Bisogna attendere il 1969, dopo il Concilio Vaticano II, perché la Chiesa Cattolica neghi definitivamente l’identificazione di Maddalena tanto con Maria di Betania che con l’adultera redenta, identificazione peraltro mai considerata dalla Chiesa Protestante e Ortodossa.
Nei Vangeli invece si apprende che Maddalena è una seguace così devota e fervente di Gesù che è assai probabile che l’appellativo Maddalena non venga affatto dalla città di Magdala, che peraltro ai tempi secondo gli storici della geopolitica non veniva chiamata così ma Tarichea, ma piuttosto abbia una valenza simbolica, confermata anche da San Girolamo: Maddalena dal termine ebraico/aramaico migdal/magdal: Torre, per indicare l’importanza di questa donna all’interno della comunità dei discepoli di Gesù.
Un gruppo di pescatori, analfabeti e incolti e lei, colta, devota, ardente… Forse non è così strano che fu lei una delle tre Marie che accompagnano Gesù nell’ultimo viaggio a Gerusalemme (Matteo 27:55; Marco 15:40; Luca 23: 55-56) e poi sotto la Croce insieme alla madre Maria e a Maria di Cleofa (Giovanni 19,25).
Ancora più eclatante il fatto che è lei, Maria Maddalena, a di primo mattino, a recarsi al Sepolcro, insieme a Maria di Cleofa e Salomè, per ungere la salma di Gesù e lì (Matteo 28:5) lo vede, dapprima non lo riconosce, poi si avvede che è Lui, risorto, si slancia, vorrebbe trattenerlo, Lui dolcemente la respinge, e la invia come apostola degli apostoli, evangelista, prima annunciatrice della Resurrezione (Giovanni 20:1; 20:18).
A lungo è stato scritto di quel tocco e di quel “non toccarmi”… per chi cerchi la verità, di cosa sia il tocco superate le barriere del tocco, magari a partire dal testo Toccare Dio del Sacerdote, esegeta, antropologo, Vito Martinelli…
È evidente, per chi veda, che Maria Maddalena è la Torre.
Poi ci sono le leggende, sospese tra la fantasia e la realtà, o, meglio, al confine sottile tra la fantasia e la realtà, quel confine che si chiama Mistero.
Il Vangelo di Maria, nei suoi frammenti greci e nella versione copta, il Pistis Sophia che la vede incarnare appunto Sophia, le ipotesi sul fatto che Maddalena sia stata al vertice di una delle prime comunità cristiane e sia stata l’autrice del Vangelo secondo Giovanni, le versioni dei Vangeli Gnostici, come ad esempio quelli di Nag Ammadi… fino alle suggestioni sulla intimità tra Gesù e Maria Maddalena… fino al Sang-Real, Santo Graal.
Quel fiume sotterraneo che forse decorre dalle Piramidi di Mosè, le stesse di Pitagora ed Ermete Trismegisto, fino alla Giudea, fino alla Francia, fino ai Templari… Rennes-le-Chateux,
Saintes Maries de la Mer…
E la modernità? Tra i libri di Dan Brown, ancora, e nonostante l’impoverimento culturale, ad interrogarsi sul mistero.
Il Mistero della discendenza Merovingia? O il mistero della creazione e della resurrezione?
Il Mistero di come lo spirito diventa materia, e di come la materia riassurge a spirito.
Dalla Sacra Sindone agli studi degli scienziati sull’irradiazione o l’effetto corona, in grado di modificare il contenuto carbonilico, la presenza di isotopi di elementi come Silicio, Calcio, Oro, Ferro…
Quando lo scienziato studia la radioattività della materia, il salto quantico degli elettroni, il bosone di Higgs, non cerca forse il Santo Graal?
Quando scienza e fede non erano separate, cosa apprese Maddalena dal Cristo sull’unico, universale, immenso mistero di come invisibile e visibile facciano l’amore? Della trasmutazione dell’acqua in sangue, del rito dell’Eucaristia che ancora si compie a Messa a dispetto della noncuranza dell’abitudine che svuota il senso del rito?
Terre rare, lantanidi, resine, il quarto stato della materia, tra chimica e fisica, ai limiti di quel che si crea e si distrugge. E ancora, il DNA che vibra e risuona, la nostra essenza elettromagnetica fatta per comunicare, citando Tesla… non sono che altrettante declinazioni di un mistero, su cui forse l’abate Saunière apprese quel qualcosa che d’improvviso lo rese così ricco e potente? Le stesse cose, magari, per cui Maiorana sparì?
C’è un Graal nei quanti della chimica, nella vita ondulatoria della materia.
C’è un Graal nell’idrogeno, prima sostanza creata, tra suono e luce.
La creazione: formare materia dall’informazione del Verbo, rallentando la luce.
La resurrezione: rigenerare materia dalla memoria biologica, grazie all’energia, infine trasmutarla nell’ascensione ad un puro stato vibratorio.
Misteri, sempre pronti a mostrare l’enigma, per chi lo desideri.
Forse, possiamo ripartire dalla fine, per invertire il tempo, riavvolgere il nastro.
Partire per la Provenza, per Saint Maximine la Sainte Baume.
Dalla Sainte Baume, la grotta in cui forse visse Maria Maddalena, il suo corpo fu sepolto da un suo buon amico, il primo vescovo di Aix, Saint Maximine.
Nella cripta della piccola chiesa, solo nel 1279, i suoi resti furono ritrovati.
Quando il sarcofago di Maddalena fu aperto, un lembo di pelle era ancora attaccato al teschio: il punto in cui Gesù risorto aveva toccato il volto di Maddalena per respingere dolcemente il suo abbraccio…
Dentro la tomba, la Sainte Ampoule, una sfera di vetro con all’interno della terra intrisa del sangue di Gesù raccolto da Maria Maddalena sotto la croce.
Qualcuno rubò la Santa Ampolla nel 1904… la storia si ripete, i misteri anche.
La verità attende, chi desidera vederla.