Ho 21 anni e quindi non rientro nelle ricerche emerse nell’articolo “Guerra e Covid spaventano gli
adolescenti”, che comprendono la fascia adolescenziale. La differenza d’età durante la giovinezza è
maggiormente accentuata e questo concetto si può applicare al modo in cui persone di età diverse
vivono la stessa situazione.
Quando iniziò il covid avevo 19 anni e mi occorse tempo per rendermi conto di quanto il mondo
stesse cambiando. Rimanevo ignorantemente “speranzosa” di un ritorno alla vita normale,
dicendomi che questa situazione sarebbe durata poco.
In quel momento avevo decisamente voglia di fuga, e allo stesso tempo avevo timore di non riuscire
più ad ambientarmi in questo nuovo mondo. Vi era una polarità, un dibattito interno: uscire dalla
propria “comfort zone” o immergersi in essa?
Inizialmente la scelta è stata istintiva, non ragionata e ho optato per rinchiudermi sempre di più
nella mia bolla in cui stavo bene. Sentivo, però, che non sarebbe potuto perdurare.
Lo sport per motivi pratici si è terminato: chiusura palestre, squadre sportive e altro. Se dovessi
pensare come incentivare nuovamente l’attività sportiva, inizierei con un’introduzione graduale
all’interno delle scuole e università. È vero che a scuola sono già previste le due ore settimanali di
educazione fisica, però, viene vista come uno “spreco di tempo”. Gli alunni non ritengono di
doversi impegnare e prendere seriamente questa materia.
All’università, invece, non è previsto e non so quanto effettivamente potrebbe funzionare
quest’iniziativa, forse non renderei obbligatoria l’attività sportiva per evitare lamentele e
disuguaglianze, ma potrebbe essere strutturata come un corso opzionale con crediti finali, senza
incidere sulla media.
Personalmente, mi sentirei più libera ad intraprendere un’attività sportiva all’interno dell’università:
riuscirei meglio ad organizzarmi con lo studio e mi sentirei meglio compresa.
Credo che lo sport/attività fisica abbiano dei riscontri benefici sia sulla salute mentale che fisica.
Sarebbe importante che ognuno li facesse, a modo proprio.
Margherita Rigoni
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