“La farfalla, è qualcosa di particolare, non è un animale come gli altri, in fondo non è propriamente un animale ma solamente l’ultima, più elevata, festosa e vitalmente importante essenza di un animale. È la forma festosa, nuziale… di quell’animale che… era giacente crisalide e ancor prima affamato bruco.
La farfalla non vive per cibarsi e invecchiare, vive solamente per amare e concepire, e per questo è avvolta in un abito mirabile…
È un emblema sia dell’effimero, sia di ciò che dura in eterno…
È un simbolo dell’anima…” (Hermann Hesse)
Da sempre gli animali hanno rappresentato per noi esseri umani emozioni e stati d’animo. Parliamo qui oggi delle farfalle. Simbolo di candida leggerezza, di libertà. Siamo soliti credere che vivano un giorno solo; in effetti, ciò è vero solo per alcune specie.
Altre possono vivere una settimana, un mese, la Vanessa antiopa ad esempio, può raggiungere quasi un anno di vita. Ormai però, nell’immaginario comune, la farfalla è simbolo del godimento dell’istante presente, della filosofia del “carpe diem”.
La cosa su cui vorrei soffermarmi, non è tanto questo aspetto della farfalla, questo suo ricordarci che la vita è relativamente breve e che dovremmo imparare a godere ed approfittare del nostro prezioso tempo. Ciò che mi fa più riflettere riguarda la metamorfosi che caratterizza la sua vita.
Come dice bene Hesse nella citazione con cui ho esordito, la farfalla non è che un’essenza di un animale, la più importante, forse, e l’ultima del ciclo vitale che scandisce la sua esistenza in questo mondo. L’epicureismo si accompagna dunque ad una certa consapevolezza; mutiamo e ci muoviamo lentamente ma continuamente proprio come l’Universo, ci trasformiamo attraversando fasi evolutive ed esperienze sensibili.
La libertà allora, vista sotto questo aspetto, è forse una conquista, un traguardo, una sorta di massima espressione della nostra autenticità e dei nostri colori più sgargianti. Proprio come le farfalle, spingiamo con pazienza e tenacia, ciascuno a modo suo, l’involucro che ci protegge, ce ne liberiamo, diventando con fatica e coraggio, chi siamo. Accettiamo la nostra bellezza, ma anche leggerezze e fragilità.
C’è un antico detto latino che oggi, penso non a caso, vediamo accostato soprattutto a tatuaggi raffiguranti farfalle: Alis volat propriis; che significa semplicemente “vola con le tue ali”.
Sii libero. Sii libera.
Dalla Lega Svizzera,
Giada Strambini