Una risorsa e una sfida preziosa per tutti, gravida del futuro comune.
Nelle nuove generazioni vige una rimozione della memoria non giustificata dalla proiezione verso il futuro, che l’età giovanile comporta, erroneamente motivata dalla crisi dei rapporti intergenerazionali per cui al giovanilismo di tanti genitori corrisponde il distacco di interesse dei figli dalla storia da cui veniamo ed a cui apparteniamo.
Ma la memoria è la casa della profezia: solo chi fa tesoro del passato da cui viene è in grado di suscitare nuovo futuro.
La conoscenza accumulata nel tempo è la premessa per andare oltre i confini raggiunti : trascurarla è superficialità e, spesso, irrimediabile perdita.
“ Del conoscere è icona il gesto dell’addio” Massimo Cacciari
Non è possibile alcuna conoscenza senza un legame d’amore, ci si congeda veramente soltanto da ciò/ da Chi nel più profondo si ama. L’addio è uno sradicamento che presuppone un’appartenenza reciproca, legame saldo e duraturo : ogni conoscenza un’appartenenza impigliata in lacci d’amore.
Come l’albero: il conoscere si nutre dalla radice e dell’ambiente; solo cosi può spandere i rami, le foglie e i frutti al vento e al sole della vita.
Senza questa memoria si è privi di identità e di messaggio.
Se cancellata, si cancellerebbe la sua dignità e il suo futuro.
Nel “Villaggio globale” ci salva dalla perdita di identità e dallo sradicamento cui il dominio della rete potrebbe condurci.
Quando la comunicazione scaturisce dalla fedeltà alla propria identità, anche l’Altro e il diverso vengono riconosciuti nella loro appartenenza originaria.
Le culture che vengono a incontrarsi possono manifestarsi in tutta la fecondità del loro essere “erranti radici” (Franz Rosenzweig).