Sono 250 teenager, tra gli 11 e i 17 anni, di 40 città europee, da Varese a Palermo, da Bruxelles a Dublino, da Parigi a Tromsø, da Gijon a Lussemburgo. Sono i ragazzi di Radioimmaginaria e trasmettono anche da Londra e da Bath perché hanno un’idea di Europa che va oltre la Brexit.

In ogni redazione ci sono diversi spikki, speaker al microfono senza mediazioni da parte di adulti. Trasmettono una volta alla settimana, realizzando un palinsesto settimanale, in cinque lingue. Il network continua a crescere e per entrare in Radioimmaginaria è sufficiente inviare una mail. Esiste una Sala Macchine composta da giovani maggiorenni cresciuti nell’organizzazione che oggi si occupano di selezione, di controllo della qualità e di coordinamento.

Il linguaggio è quello degli adolescenti, ma i temi non sono banali: alternanza scuola-lavoro, nuove tecnologie, orientamento professionale, ma anche bullismo, problemi della crescita e ovviamente musica e sport. Radioimmaginaria collabora con altri network come Radio Rai e Radio24, ma si ascolta su una App per iOS e Android e mantiene un’indipendenza che porta la memoria ai tempi delle radio libere, a cui Finardi dedicò una celebre canzone nel 1976.

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