La Torre sulle orme di Dante ritrova, per le strade di San Vincenzo (LI), proiezioni estive dedicate al Sommo Poeta

Una breve storia della Torre che, prestando le sue mura, celebra l’illustre fiorentino

Nel 1304, distrutto il Castello di Biserno su Monte Calvi, la Repubblica Pisana costruisce alcuni casali, una stazione di cambio dei cavalli, qualche magazzino, il cimitero con la cappella di San Marco e nel 1307 la Torre, davanti alla quale, da un pontile di carico, partiranno i marmi di Monte Rombolo impiegati nella costruzione del Duomo di Firenze.

Dopo la battaglia del 1505 tutto il territorio passa alla Signoria dei Medici e nei due secoli successivi il villaggio di San Vincenzo perde importanza a vantaggio di Campiglia Marittima, ormai giunta al suo massimo splendore.

A Tor San Vincenzo vivono poche persone oltre al castellano, a qualche gendarme e al cappellano. Regnano l’abbandono e la denutrizione, con la malaria che tormenta gli scarsi abitanti a causa della palude che si estende da sud fin quasi al villaggio.

Alla fine del XVIII secolo la famiglia Alliata diviene proprietaria di tutto il territorio, e San Vincenzo rifiorisce. Il conte Francesco vara una riforma agraria e avvia la bonifica della palude. Il villaggio si ripopola e poco dopo l’apertura della Chiesa Madre, nel 1865, la Torre diviene un’abitazione privata, che tornerà di proprietà pubblica solo alla fine del XX secolo.

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