Non c’è Arte senza il rispetto della Storia.

Nella scuola di un tempo,
il Maestro era simbolo umano,
guida e discepolo di insegnamento,
scolpito nei cuori,
ne restava la memoria di un mito ideale
e meglio ancora se idealizzato,
perché rispettato.
Per intima reverenza,
era riguardosa l’osservanza di gesti e parole
nei suoi confronti.

Parafrasando Natalino Irti:
gli scolari, membri di una piccola comunità,
erano congiunti nell’attesa di sapere,
che era anche attesa del giudizio.

Quel giudizio che oggi è superbia ideologica,
infantile intuizionismo.
Una conoscenza sradicata dalla Storia,
che dovrebbe tornare ad essere
accolta o ragionata
nella complessità degli eventi
e delle umane vicende
del vincere e del soccombere.

Perchè la memoria ha bisogno di nozioni
e si appoggia e si sostiene su un’eredità di fatti,
un sapere di dati e nomi e luoghi,
di epoche passate o di personalità storiche.

Sapere e giudizio.
Sigillo di Chi ha lasciato traccia.

Questo, l’elogio del Nozionismo di Irti.

Queste le fondamenta del Futuro,
attraverso l’umiltà della mente
sacrificio individuale
e devozione al Passato.

A. Ballati

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