Civiltà dell’amicizia
Elea e Calabria furono il centro di elaborazione filosofica e scientifica più lucide ed innovative.I semi erano giunti dal di là dell’Egeo. Era il VI e V secolo.
Nel 575 a.C. nasce Pitagora, a Samo, Finisce il 360 a.C. con Timeo di Platone,
Pensiero quantitativo come interpretazione del mondo.
La fisica si sviluppò parallelamente, con filosofi ionici, sulla natura. La medicina adattò il metodo (meta-odos)
“questo terrore dell’animo, dunque, e queste tenebre devono dissipare non i raggi del sole né i fulgidi dardi del giorno, ma la contemplazione e la scienza della natura, sed naturae species ratioque” (Lucrezio, De rerum natura, VI, 39-41)
Computazione, diventa metodo, per esprimere e rappresentare la realtà in termini matematici. Diventare teoremi, fino a spingersi al teorema dell’Uno assoluto che è Dio.
Passaggio della cosmogonia del mito ad una cosmogonia radicata nella ricerca di regole. L’approccio fu top-down, dell’ineffabile. E’ ineffabile è l’Essere, che è Uno. E le proprietà dell’Uno sono conoscibili attraverso quelle delle sue combinazioni.
Da Filolao, Eudemo, Eurito e Archita, l’afflato religioso si diluisce e si perde, la loro ricerca quantitativa diventa matematica. Pitagora geometrizza e razionalizza la creazione e la genesi.
Si esprimevano scrivendo un’opera (spesso una sola), che chiamavano, peri fuseos, sulla natura: la descrizione dell’unità dell’universo vista attraverso lo specchio dell’unità del sapere. Le radici pescavano nel mito ma la rivoluzione socratica, spostando l’interesse esclusivamente sull’uomo, ha contribuito al pensiero antropocentrico e si perse la via unitaria dell’Essere che coincideva con unità dell’Universo.
L’uno, attraverso il sapere conoscibile dai segni che lui, l’Uno, lascia nell’universo, nel creato, un tutt’uno con la sua mente. Il numero (che esprime il valore di π) è uno dei pensieri più sacri del Dio.
La dimensione ontologico-esistenziale della poesia “scientifica” era ormai perduta, lasciando posto alla scienza, logica consequenziale e povera di capacità di intuizione profonda, se hanno proprietà qualitative i numeri, a maggior ragione hanno tali qualità i loro rapporti. Determinare e capire questi rapporti significa capire la qualità che ne vengono determinate, la musica.
“La grandezza dell’accordo è data dagli intervalli di quarta e di quinta: la quinta è maggiore della quarta di un tono. Infatti dalla corda più alta alla mediana è una quarta, dalla mediana all’ultima una quinta; il salto intermedio tra la mediana e la terza è di un tono.”
Si intuiscono le comuni orientali matrici di pensiero e di sentire.
Il Dio dei filosofi era il Logos, la ragione più alta che governa l’universo, intelletto, principio ordinatore, era pensiero puro. Era il Dio di Eraclito, di Socrate, di Platone, degli storici, degli epicurei, dei cinici, degli scettici, degli accademici, di Filostrato, autore della Vita di Apollonio di Tiana, della dinastia dei Severi. L’élite intellettuale controllata da Giulia Domna, moglie di Settimino Severo, figlia di un sacerdote del culto solare di origini siriane, Bassiano di Emesa. Sincretismo del presente.
Culti solari, erculei umanizzati attraverso figure eroiche. La forza e la rettitudine furono valori assoluti in tempi sempre deboli e corrotti.
“Dall’anima del saggio può riunirsi al Logos universale già in vita, con via retta e scienza” ( Apollonio)
“Gli uomini buoni hanno in sé qualcosa del Dio” (Apollonio).
E’ divinazione della ragione, potere di rispondere alle ansie metafisiche.
Nella poesia bizantina, ancora nel IV secolo, si parlava di un Dio al quale si può giungere attraverso la ragione.
Ma vinse il populismo rivoluzionario cristiano.
La politica di Costantino segna la fine della filosofia antica, sostituita dal cristianesimo; l’interpretazione quantitativa della realtà dovrà ancora attendere, anche se i semi erano stati sparsi da quasi mille anni.